
I principali leader politici danesi hanno già preso parte a un’elezione che sarà «ravvicinata», come hanno riconosciuto il primo ministro, Mette Frederiksen, e i suoi principali rivali, consapevoli che i sondaggi non prevedono una chiara maggioranza per nessuno dei due principali blocchi.
«Lotteremo fino alla fine», ha promesso Frederiksen, che ha riconosciuto il «rischio» che i danesi si orientino verso il cosiddetto «blocco blu», che aspira a spodestare i socialdemocratici dal potere, secondo il canale televisivo statale.
Anche il liberale Jakob Ellemann-Jensen, leader di Venstre, ha invitato a non dare nulla per scontato in questo incontro, mentre l’ex primo ministro Lars Lokke Rasmussen, che potrebbe avere la chiave della governabilità, ha sollevato la possibilità di rompere con l’attuale politica del blocco.
Non è escluso che i quattro deputati assegnati alle Isole Faroe e alla Groenlandia, territori autonomi danesi nelle acque dell’Atlantico settentrionale, possano svolgere un ruolo chiave. Nel caso delle Fær Øer, i due legislatori loro assegnati sono stati divisi tra il «blocco rosso» e il «blocco blu».
Le elezioni generali si terranno in anticipo dopo che il Partito social-liberale – partner di governo dei socialdemocratici – ha costretto il primo ministro ad anticipare il voto in cambio della mancata presentazione di una mozione di censura.
Gli ultimi sondaggi in Danimarca danno i socialdemocratici intorno al 25,7% dei voti, superando di gran lunga Venstre (in danese «sinistra»), attualmente il secondo partito più rappresentato in parlamento e leader del cosiddetto «blocco blu» dell’opposizione.
Pertanto, tenendo conto delle previsioni stabilite dai sondaggi, il cosiddetto «blocco rosso», composto dalle principali formazioni politiche che componevano il precedente esecutivo, sarebbe vicino alla maggioranza parlamentare con 84 parlamentari, vicino alla maggioranza assoluta di 90 parlamentari.






