Nel suo primo discorso natalizio alla nazione, il capo del governo svedese, Ulf Kristersson, ha previsto una prospettiva cupa per il 2023, mettendo in guardia da una «gravissima» crisi economica e da gravi problemi di sicurezza pubblica.
La ripresa che tutto il mondo sperava di ottenere dopo la diminuzione della pandemia», ha detto, «è stata interrotta. La crescita rallenterà o diventerà negativa, la disoccupazione aumenterà», ha previsto mercoledì il primo ministro, entrato in carica a ottobre con il sostegno dell’estrema destra svedese.
Kristersson ha continuato con le sue peggiori previsioni, sottolineando non solo l’aspetto economico – i prossimi anni potrebbero essere i più difficili dalla crisi degli anni ’90 – ma anche le minacce alla sicurezza pubblica svedese, come la guerra in Ucraina, il problema delle gang e la crisi energetica.
«Dobbiamo fare passi avanti verso una difesa molto più ampia della società nel suo complesso», ha detto Kristersson, che ha fatto appello al dovere civico dei cittadini. «Sebbene la Svezia sia vista all’estero come un Paese pacifico, in realtà nessun altro Stato dell’UE ha il nostro livello di violenza armata», ha affermato.
In questo senso, ha denunciato il fatto che la maggior parte delle vittime sono giovani di origine immigrata che appartengono a bande criminali, ripetendo così uno dei mantra che ha portato a un aumento della popolarità dei Democratici di Svezia di estrema destra nei sondaggi.
Si è quindi rivolto ai suoi compatrioti per cercare di invertire la tendenza, sia risparmiando energia, sia ricordando ai genitori la loro responsabilità nei confronti dei figli, sia agli studenti la situazione nelle scuole, senza dimenticare l’impegno che ogni svedese ha nei confronti del Paese.
Il nuovo primo ministro svedese ha imputato questa deriva a otto anni di «paralisi politica» sotto i precedenti governi socialdemocratici e ha promesso «un cambio di paradigma» per lasciarsi alle spalle questi tempi di potere «debole».
Ha assicurato che la Svezia ha ora un «governo decisivo» con la somma dei quattro partiti – moderati, cristiano-democratici, liberali e democratici – che «mettono da parte le loro differenze di opinione» per il bene del Paese, secondo il quotidiano economico svedese Dagens Industri.
Il problema della sicurezza pubblica a cui fa riferimento Kristersson si è aggravato quest’anno, con più di 378 incidenti con armi da fuoco in cui sono morte 60 persone e altre 100 sono rimaste ferite, un numero molto alto rispetto ai Paesi vicini, dove non si è registrata nemmeno una mezza dozzina di morti di questo tipo.
Fonte: (EUROPA PRESS)