Il Ministero degli Esteri russo ha convocato mercoledì l’ambasciatore francese a Mosca, Pierre Lévy, per protestare contro le dichiarazioni del Ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, sull’attacco alla sede diplomatica russa nella Repubblica Centrafricana (RCA).
Un’esplosione ha scosso l’area intorno all’ambasciata russa a Bangui venerdì scorso, lasciando Dimitri Siti, direttore del centro culturale Casa Rusa, gravemente ferito dopo aver subito una «commozione cerebrale» e una «perdita di sangue». Pochi giorni dopo è stato trasferito in Russia.
In risposta all’attacco, il fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeni Prigozhin, ha indicato la Francia come responsabile dell’esplosione, poiché il pacco bomba sarebbe stato accompagnato da una lettera che parlava «a nome di tutti i francesi».
Parigi ha prontamente risposto a queste accuse e il ministro Colonna ha definito «false» le dichiarazioni di Prigozhin e ha colto l’occasione per denunciare la «propaganda» diffusa dal Cremlino.
«Questa informazione è falsa ed è un buon esempio della propaganda russa e dell’immaginazione fantasiosa che a volte caratterizza questa propaganda», ha denunciato martedì il diplomatico francese, che ha anche denunciato le azioni del Gruppo Wagner contro la popolazione civile, soprattutto in Africa.
Mosca ha ora rilasciato una dichiarazione in cui rimprovera questi commenti «inopportuni e cinici» fatti da Colonna, soprattutto in un momento in cui un cittadino russo è stato gravemente ferito in territorio centrafricano a causa di «un’azione criminale».
A questo punto, la diplomazia russa ha esortato le autorità francesi ad «astenersi da un approccio neocoloniale», con il quale cercano di influenzare i loro partner africani per imporre loro con chi devono avere buone relazioni.
Mosca vede in questi tentativi di influenzare le relazioni nel continente africano, in particolare nella RCA, una linea «anti-russa» contro «rappresentanti e specialisti russi» che operano nel Paese «su invito delle autorità legittime».
Il Paese africano è sprofondato in una grave crisi a seguito dell’allontanamento dalla corsa alle presidenziali del 2020 dell’ex presidente François Bozizé, tornato nel Paese alla fine del 2019 per ricandidarsi alla presidenza, carica dalla quale si era dimesso nel 2014 a causa della rivolta dei ribelli Séléka, a maggioranza musulmana.
L’eliminazione della candidatura di Bozizé ha portato alla creazione dell’alleanza armata Coalizione dei Patrioti per il Cambiamento (CPC) – attualmente guidata dall’ex presidente – che ha scatenato un conflitto armato in cui l’esercito della RCA è stato sostenuto anche da mercenari russi del Gruppo Wagner.
Fonte: (EUROPA PRESS)