La Commissione per la Costituzione e i Regolamenti del Congresso peruviano ha approvato mercoledì un parere che mira a impedire ai ministri di Stato censurati di ricoprire un incarico ministeriale all’interno dello stesso periodo costituzionale.
Con 10 voti a favore, 5 contrari e un’astensione, è stata approvata l’iniziativa che propone di modificare l’articolo 25 della Legge organica del ramo esecutivo, vietando al governo peruviano di nominare ministri ad altri ministeri il cui operato sia stato precedentemente censurato dal Parlamento del Paese, ha riferito l’agenzia di stampa Andina.
Coloro che difendono la proposta sostengono che la misura cerca di «rendere realmente effettivo» il potere di controllo politico che il Congresso ha attraverso la censura, «dato che si tratta di una sanzione politica che porta alla rimozione del ministro di Stato».
«La censura comporta una responsabilità politica, quindi non è conveniente ricompensare il ministro censurato con una posizione simile a quella che ricopriva, perché genera confusione tra la popolazione e rende inutile la figura del controllo politico», ha dichiarato uno dei legislatori dell’opposizione al governo di Pedro Castillo, come riportato dalla suddetta agenzia.
L’iniziativa legislativa, tuttavia, dovrà essere sottoposta all’approvazione dell’intero Congresso.
Tuttavia, c’è chi sottolinea che un tale cambiamento dovrebbe passare attraverso una riforma della Costituzione del Paese e non solo attraverso la modifica di una legge, secondo quanto dichiarato dal costituzionalista Omar Cairo in alcune dichiarazioni a «La República».
«Nel processo politico si è già sviluppata una prassi che non vieta tale designazione. Questa pratica è diventata una convenzione costituzionale, cioè una norma consuetudinaria che fa parte della Costituzione. Pertanto, per cambiarla non è necessaria una legge, ma un emendamento costituzionale», ha spiegato.