Il bilancio delle vittime dell’attentato suicida di lunedì all’interno di una moschea nella città pakistana di Peshawar, capitale della provincia settentrionale di Jiber Pakhtunkhwa, è salito a 17 morti e quasi 90 feriti, come confermato dai funzionari.
Mohamad Asim, portavoce del Lady Reading Hospital, ha dichiarato al quotidiano pakistano Dawn che tra i feriti ve ne sono diversi in condizioni critiche, per cui non si esclude che il bilancio delle vittime possa salire nelle prossime ore.
L’esplosione ha causato anche il crollo di parte del tetto della moschea, per cui si teme che ci siano molte vittime ancora intrappolate tra le macerie, come riporta il quotidiano pakistano «Daily Jang».
Fonti citate dal canale televisivo pakistano Geo TV hanno precisato che l’attentatore suicida si è posizionato in prima fila durante una preghiera che si stava svolgendo nella moschea prima di far esplodere la carica esplosiva che portava con sé, senza che al momento siano disponibili ulteriori dettagli.
In seguito all’attacco, il dipartimento sanitario provinciale ha dichiarato una «emergenza medica» e ha chiesto a tutti gli operatori sanitari di rimanere in attesa per far fronte al gran numero di vittime.
Da parte sua, l’ispettore generale della polizia di Islamabad, Akbar Nasir Jan, ha posto la capitale in «massima allerta di sicurezza» dopo l’attacco, secondo quanto comunicato dalla polizia di Islamabad attraverso il suo account sul social network Twitter.
L’ex primo ministro pakistano Imran Jan ha condannato con forza l’attacco e ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. «È imperativo migliorare la nostra capacità di raccolta di informazioni e attrezzare adeguatamente le nostre forze di polizia per combattere la crescente minaccia del terrorismo», ha dichiarato.
Nelle ultime settimane le forze di sicurezza pakistane hanno intensificato le operazioni contro il Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), noto come Talebani pakistani, dopo che il gruppo armato ha annunciato a fine novembre la fine del cessate il fuoco concordato con le autorità pakistane nell’ambito dei contatti mediati dai Talebani afghani in seguito alla loro presa di potere in Afghanistan nell’agosto 2021.
Il TTP, che si differenzia dai Talebani afghani dal punto di vista organizzativo ma segue la stessa interpretazione rigorosa dell’Islam sunnita, riunisce più di una dozzina di gruppi militanti islamisti che operano in Pakistan, dove hanno ucciso circa 70.000 persone in due decenni di violenze.
Fonte: (EUROPA PRESS)