Le forze armate ghanesi hanno respinto le accuse contro i membri dell’esercito per la loro presunta responsabilità nella morte di almeno dieci civili nella città di Bakwu, situata vicino al confine con il Burkina Faso, nel contesto di un picco di insicurezza nella zona dovuto all’aumento degli attacchi jihadisti.
Il portavoce delle forze armate ghanesi, Michael Addo Larbi, ha dichiarato di essere a conoscenza delle accuse sui soldati dispiegati «per riportare la calma» nell’ambito dell’operazione «Gongong», ma ha sottolineato che le respinge «categoricamente».
In una dichiarazione ha affermato che «persone armate non identificate» hanno compiuto diversi attacchi negli ultimi giorni sulle strade che collegano a Bawku e ha aggiunto che «le truppe hanno effettuato un’operazione di ricerca con la polizia nell’area generale di Pateleme».
«Tre sospetti (…), tutti della tribù Dagomba, sono stati arrestati in una casa di Pateleme. Sono stati consegnati alla polizia di Bawku per le indagini», ha detto, prima di precisare che sei «uomini armati» sono stati neutralizzati dopo un altro attacco a Sabongari.
Larbi ha quindi sottolineato che «a seguito di questi incidenti e delle false accuse che circolano, è diventato necessario che le Forze armate del Ghana pubblichino questo documento per respingere le false informazioni e l’idea errata che le truppe abbiano agito contro un particolare gruppo a Bakwu».
«Le Forze Armate del Ghana desiderano rassicurare la popolazione sul loro impegno a proteggere i cittadini in ogni momento», ha dichiarato, prima di chiedere il sostegno «di tutti i ghanesi amanti della pace, in particolare dei residenti di Bawku, per facilitare il processo di ripristino della calma nell’area».
La dichiarazione è stata rilasciata in seguito alle notizie sulla morte di civili da parte delle truppe ghanesi in diversi incidenti a Bakwu, che hanno spinto il deputato Mahama Ayariga a chiedere un’indagine sull’accaduto.
Testimoni citati dalla rete televisiva BBC hanno detto di aver visto persone vestite con uniformi militari aprire il fuoco sui civili mercoledì, causando otto morti, tra cui un ragazzo di 12 anni bruciato vivo in un silo di grano dove aveva cercato rifugio.
In precedenza, le autorità ghanesi avevano invitato la popolazione a non indossare le uniformi militari, in seguito all’acuirsi delle tensioni etniche in città e al rischio di diffusione della minaccia jihadista dal Sahel, in particolare dal Burkina Faso.
Fonte: (EUROPA PRESS)