Circa 4.500 afghani sono ancora in attesa che il Regno Unito decida sul loro ingresso nel Paese, poiché temono per la loro vita in Afghanistan dopo aver collaborato in qualche momento con le forze britanniche durante l’invasione del Paese dell’Asia centrale, secondo un rapporto della commissione della Camera dei Comuni pubblicato venerdì.
Tra queste migliaia di afghani ci sono interpreti e contractor teoricamente idonei a entrare nel Regno Unito in base ai criteri della cosiddetta Afghanistan Relocation and Assistance Policy (ARAP).
Dei 4.600 afghani addestrati, alcuni hanno già trovato rifugio in un altro Paese, ma molti restano intrappolati in patria e temono che i Talebani ignorino la presunta amnistia per i collaboratori internazionali dichiarata dagli stessi fondamentalisti dopo il loro ritorno al potere nell’agosto 2021.
Inoltre, il rapporto della commissione guidata dal deputato conservatore Tobias Ellwood rileva che attualmente sono in corso 72.269 richieste di asilo nel Regno Unito da parte di afghani in queste circostanze, anche se una «grande maggioranza» non soddisfa le condizioni ARAP e le loro richieste saranno respinte, secondo la risposta del Ministero della Difesa britannico.
Il comitato ha confermato che almeno 6.600 afghani sono già stati ammessi nel Paese grazie a questo programma, ma si è affrettato a sottolineare i numerosi problemi che affliggono i circa 4.500 che sono ancora in attesa. Il gruppo di esperti cita una «mancanza di preparazione» per l’elevato numero di domande, che ha portato a «ritardi nel trattamento delle domande e a errori nel processo decisionale».
Questi problemi stanno causando un alto grado di stress tra i richiedenti, aggravato dalla mancanza di comunicazione con le autorità competenti, dato che i parlamentari locali sono sommersi da lettere di parenti nel Regno Unito degli afghani colpiti, che chiedono una soluzione.
Inoltre, le associazioni che si battono per l’accoglienza dei cooperanti afghani, come la Sulha Alliance, riferiscono che il Ministero degli Interni britannico sta respingendo le richieste precedentemente approvate dal Ministero della Difesa, espressione della tensione tra i due portafogli, soprattutto sulla scia dell’inasprimento delle leggi britanniche sull’immigrazione che il Primo Ministro britannico Rishi Sunak e il Ministro degli Interni Suella Braverman intendono attuare.
In una dichiarazione pubblicata sul Guardian, l’alleanza denuncia un «approccio non strutturato» a una crisi che ha letteralmente lasciato al freddo gli ex collaboratori afghani e le loro famiglie: alcuni di loro avevano addirittura venduto le loro case nella speranza di un trasferimento immediato nel Regno Unito, che non è mai avvenuto.
Fonte: (EUROPA PRESS)