Almeno un’altra persona è stata uccisa giovedì nella regione di Apurímac durante gli ultimi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, nell’ambito delle proteste antigovernative che chiedono la destituzione del Congresso e la convocazione di elezioni, in cui sono già state uccise 47 persone.
L’ultimo decesso è stato confermato venerdì. Si tratta del giovane Denilson Huaraca Vilchez, colpito da un proiettile durante la repressione delle proteste che si sono svolte in varie zone di Apurímac, secondo quanto riportato dal quotidiano «La República», citando media locali e parenti della vittima.
Giovedì i peruviani sono stati chiamati a partecipare a uno sciopero generale indetto dai sindacati e da altre organizzazioni civiche e politiche per fare pressione sul governo e sul Congresso affinché si accordino su una data per nuove elezioni, anche se tra le richieste principali ci sono anche le dimissioni della presidente, Dina Boluarte, che dovrebbe intervenire venerdì.
Per tutta la giornata di sciopero e proteste si sono verificati scontri tra manifestanti e forze di sicurezza in diverse parti del Paese, tra cui il centro di Lima, dove la polizia ha cercato di sedare la violenza sparando gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Si prevede che le marce continueranno questo venerdì.
Dall’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo all’inizio di dicembre, dopo aver tentato di chiudere il Congresso, numerose proteste si sono svolte in tutto il Paese. Tra accuse infondate di terrorismo, i manifestanti chiedono la partenza di Boluarte, la chiusura del Congresso, elezioni anticipate, un processo costituente per riformare la Magna Charta e la liberazione di Castillo.
Finora il Congresso non è riuscito a concordare una data per le elezioni anticipate. Boluarte, che sarebbe felice di andare alle urne nella seconda metà del 2023, ha insistentemente escluso di dimettersi, perché a suo dire non aiuterebbe a risolvere la crisi.
Fonte: (EUROPA PRESS)