Martedì le autorità keniote hanno portato a 75 il numero di corpi trovati in fosse comuni su terreni utilizzati da una setta cristiana nel nord del Paese, portando a più di 80 il numero di persone uccise dalle attività del gruppo, guidato da Paul Mackenzie.
Secondo quanto riportato dal quotidiano keniota «The Nation», nelle ultime ore sono stati trovati altri dieci corpi in diverse tombe nel terreno, situato in un’area boschiva a Shakahola, nella contea di Kilifi.
Questi cadaveri si aggiungono agli otto trovati circa quindici giorni fa durante un’incursione nelle attività di questa setta, il cui leader ha chiesto ai suoi seguaci di digiunare fino alla morte per «trovare Gesù Cristo».
La Società della Croce Rossa del Kenya ha anche iniziato a lavorare per cercare di localizzare più di 210 persone – tra cui 112 minori – che sono state date per disperse nell’ambito delle indagini sulla setta, come riportato da The Star.
Mackenzie, arrestato il 14 aprile dopo la conferma dell’esistenza di fosse comuni nell’area, è detenuto con altre tredici persone in vista dell’udienza del 2 maggio. L’accusa ha chiesto tempo per completare le indagini.
Il presidente keniota William Ruto ha dichiarato lunedì che ciò che ha visto nei terreni della setta è «simile al terrorismo». Mackenzie, che agisce come pastore, è in realtà un terribile criminale», ha detto, prima di specificare che «i terroristi usano la religione per promuovere i loro atti efferati».
Il ministro degli Interni del Kenya, Kithure Kindiki, che visiterà l’area martedì, ha aperto la porta a una maggiore regolamentazione dei luoghi di culto nel Paese dopo la scoperta delle fosse comuni a Kifili.
Fonte: (EUROPA PRESS)