L’Unione europea stima che più di 1.400 cittadini dell’UE siano già stati rimpatriati dal Sudan nell’ambito delle operazioni in corso per allontanare i civili da Khartoum, teatro di combattimenti tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari di supporto rapido (RSF).
Dopo che lunedì l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha applaudito le operazioni di evacuazione, che hanno permesso la partenza di più di mille cittadini europei con aerei noleggiati dagli Stati membri, un portavoce della diplomazia europea ha confermato a Europa Press la cifra aggiornata con cui più di 1.400 cittadini dei Paesi dell’UE hanno potuto lasciare il Paese.
In totale, altri otto aerei sono previsti per oggi e domani, approfittando del cessate il fuoco concordato tra le organizzazioni militari coinvolte negli scontri nella capitale sudanese.
Le spedizioni sono organizzate e realizzate dagli Stati membri dell’UE, mentre la diplomazia dell’UE continua a coordinare gli sforzi e a facilitare il lavoro consolare per riportare in Europa i cittadini dell’UE che vogliono lasciare il Sudan.
LAVORO UMANITARIO SOSPESO Sulla questione umanitaria, l’UE ha riconosciuto che le sue operazioni in Sudan rimangono paralizzate a causa dell’instabilità del Paese. Poiché l’UE non opera in quanto tale a Khartoum, ma attraverso le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, queste attività sono «temporaneamente sospese» in attesa di chiarimenti sulla situazione in loco.
La maggior parte dei partner umanitari ha temporaneamente sospeso le operazioni nelle aree critiche per motivi di sicurezza, che è la nostra principale preoccupazione al momento», ha dichiarato un portavoce europeo consultato da Europa Press.
I partner sono pronti a riprendere le loro attività e a rispondere ai bisogni umanitari urgenti non appena la situazione lo consentirà», ha aggiunto.
Fonte: (EUROPA PRESS)