
Circa 150.000 bambini sfollati in Mali, più della metà di tutti i bambini sfollati nel Paese africano, non hanno un certificato di nascita e rischiano l’esclusione in assenza di documenti che attestino la loro identità legale, ha avvertito lunedì l’organizzazione non governativa Norwegian Refugee Council (NRC).
L’ONG ha dichiarato in un comunicato che questa situazione priva i circa 148.000 sfollati dei loro diritti più elementari di cittadini e ha avvertito che, sebbene le autorità maliane stiano investendo per ripristinare i servizi e le istituzioni pubbliche, la mancanza di documenti ha un impatto profondo e duraturo sui bambini sfollati.
Ha precisato che i bambini colpiti non possono iscriversi a scuola, sostenere esami o ottenere certificati scolastici, il che influisce sulle loro possibilità di ottenere un impiego formale in futuro.
«Migliaia di bambini sono tagliati fuori dalla società quando dovrebbero essere sui banchi di scuola», ha dichiarato il direttore nazionale della NRC Mali, Maclean Natugasha. «Garantire che i bambini più duramente colpiti dal conflitto possano ottenere il loro certificato di nascita è essenziale per consentire loro di superare la violenza, lo sfollamento e la fame che hanno affrontato dall’inizio del conflitto», ha dichiarato.
L’NRC ha specificato che questi bambini hanno perso il certificato di nascita quando sono fuggiti dalle loro case o non ne hanno mai avuto uno a causa delle limitazioni delle istituzioni ufficiali in alcune parti del Paese. Di conseguenza, per recuperarli o ottenerli, le famiglie sono impegnate in complesse procedure legali che a volte durano mesi.
Inoltre, i costi di questi processi, che non sono definiti legalmente, spesso portano a prezzi proibitivi per le famiglie che già vivono in povertà. L’ONG sottolinea quindi la necessità di risolvere questi problemi per evitare che i bambini rimangano senza libertà di movimento, senza diritto di voto o di locazione, tra le altre cose.
«L’accesso ai documenti civili è un diritto per tutti i cittadini maliani in base alla legge internazionale sui diritti umani e alla Strategia di Stato Civile del Mali, adottata nel 2018», ha ricordato Natugasha. «L’attuale quadro giuridico deve tenere conto della situazione estremamente precaria dei bambini sfollati, rendendo le procedure più flessibili e gratuite. Altrimenti, il futuro di migliaia di bambini sarà in pericolo.
Negli ultimi anni il Mali, come altri Paesi del Sahel, è stato teatro di un numero crescente di attacchi jihadisti, sia da parte dell’affiliato di Al Qaeda nella regione che dello Stato Islamico, che hanno anche aumentato la violenza intercomunitaria e causato lo sfollamento di decine di migliaia di persone, una situazione che ha aggravato la grave crisi umanitaria.






