Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha sottolineato mercoledì che la nuova campagna di bombardamenti contro i gruppi curdi in Iraq e Siria «è solo l’inizio» e ha ribadito che Ankara lancerà operazioni di terra «quando lo riterrà opportuno».
«Le nostre operazioni con aerei, artiglieria e droni sono solo all’inizio», ha dichiarato Erdogan durante una riunione del suo partito politico, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP). «Colpiremo duramente i terroristi con operazioni di terra al momento più opportuno», ha aggiunto.
Ha affermato che il Paese ha la capacità di «punire» i «terroristi» all’interno e all’esterno dei suoi confini, prima di sottolineare che rimane impegnato a mantenere il confine con la Siria, come ha riferito l’agenzia di stampa statale turca Anatolia.
«Se i nostri partner non sono in grado di soddisfare i requisiti dell’accordo, abbiamo il diritto di subentrare», ha affermato, riferendosi all’incapacità delle autorità siriane di garantire la sicurezza dei confini nelle aree controllate dalle milizie curdo-siriane Unità di Protezione del Popolo (YPG).
Ha quindi promesso di espellere le milizie dalla zona di confine. «Nessuno può impedirci di tracciare la linea di sicurezza dove dovrebbe essere, mentre gli attacchi ai confini e ai cittadini continuano.
«Il nostro messaggio a coloro che stanno ancora cercando di mettere in ginocchio la Turchia con i loro metodi insidiosi è chiaro. Non ci riuscirete mai», ha dichiarato il presidente turco, che non ha escluso un incontro con il suo omologo siriano, Bashar al-Assad.
«Non c’è risentimento in politica. A un certo punto verranno presi provvedimenti nelle condizioni più favorevoli (per un incontro)», ha concluso Erdogan, che è stato molto critico nei confronti di al-Assad sin dallo scoppio della guerra nel 2011 per la repressione delle proteste pro-democrazia nel quadro della cosiddetta «primavera araba».
L’operazione turca, denominata «Sword Claw», è stata lanciata dopo l’attentato del 13 novembre a Istanbul, che ha provocato sei morti e che la Turchia attribuisce al PKK. Tuttavia, sia il gruppo che l’SDF si sono dissociati dall’attacco e hanno espresso le loro condoglianze alle vittime.