Almeno tre persone sono state uccise e più di 20 ferite mercoledì in un attentato suicida compiuto dal gruppo armato Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), noto come Talebani pakistani, nella città occidentale pakistana di Quetta, hanno confermato i funzionari.
Il sottoispettore della polizia di Quetta, Gulam Azfar Mahesar, ha precisato che l’attacco è stato perpetrato «vicino a un camion della polizia» e ha detto che i morti sono un poliziotto e due civili. Ha aggiunto che tra i 23 feriti ci sono 20 agenti di polizia e tre civili.
«Considerando la scena del crimine e tenendo conto del fatto che il camion si è ribaltato (a causa della potenza dell’esplosione), si stima che siano stati utilizzati 25 chilogrammi di esplosivo (per fabbricare la bomba)», ha detto, come riportato dal quotidiano pakistano «Dawn».
Poco dopo, il TTP ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, solo due giorni dopo aver annunciato la fine del cessate il fuoco con le autorità e aver invitato i suoi membri a «compiere attacchi ogni volta e ovunque sia possibile». Ha detto di aver mostrato «la massima moderazione» e ha denunciato che «l’esercito (pakistano) e le agenzie di spionaggio non si sono trattenuti».
Il cessate il fuoco era in vigore da mesi nel quadro di un processo di colloqui tra le autorità pakistane e il gruppo armato, un processo mediato dai Talebani afghani, che hanno preso il potere nel Paese vicino nell’agosto 2021 dopo aver conquistato la capitale, Kabul.
Il gruppo armato, che si differenzia dai Talebani afghani dal punto di vista organizzativo ma segue la stessa interpretazione rigorosa dell’Islam sunnita, riunisce più di una dozzina di gruppi militanti islamisti che operano in Pakistan, dove hanno ucciso circa 70.000 persone in due decenni di violenze.
Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha condannato con forza l’attacco e ha ordinato un’indagine. Il capo ministro della provincia del Balochistan, Abdulqudus Bizenjo, ha aggiunto la sua voce alla condanna, affermando che questo «vile attacco» non influirà sulla determinazione delle autorità a raggiungere la pace.