Un operatore umanitario belga detenuto in Iran a febbraio ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il «trattamento disumano» a cui è sottoposto in custodia, ha annunciato la sua famiglia in un comunicato.
La famiglia ha dichiarato che i servizi consolari belgi hanno avuto accesso all’uomo, Olivier Vandecasteele, lunedì dopo quasi sette settimane senza avere sue notizie, prima di aggiungere che è stato «in totale isolamento» in una «cella senza finestre» per 278 giorni.
Ha denunciato queste condizioni di detenzione come equivalenti alla tortura, aggiungendo che Vandecasteele ha subito una «significativa perdita di peso», ha perso diverse unghie e «ha preoccupanti problemi dentali e di stomaco».
Per questo motivo, l’uomo, che sostiene di essere comparso in tribunale senza rappresentanza legale e senza la presenza di diplomatici belgi, ha iniziato uno sciopero della fame parziale quattordici giorni fa, consumando solo un po’ di pane e acqua al mattino, secondo il quotidiano belga «De Standaard».
La famiglia di Vandecasteele ha invitato le autorità iraniane a «mostrare moderazione ed equilibrio nel trattamento di Olivier», chiedendo a Bruxelles di adoperarsi per il suo rilascio, dopo che il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha ratificato quindici giorni fa un trattato di scambio di prigionieri con il Belgio.
A luglio il governo belga ha rivelato che Vandecasteele era stato arrestato a febbraio e accusato di spionaggio. «Questa persona è sospettata di spionaggio, ma non c’è la minima indicazione che questo sia basato sui fatti», ha dichiarato il Ministro della Giustizia Vincent van Quickenborne.
Bruxelles sta lavorando per ottenere il suo rilascio, che non può avvenire senza un trattato tra Belgio e Iran. Lo scambio di prigionieri riguarderebbe il diplomatico iraniano Asadollah Asadi, condannato a 20 anni da un tribunale di Anversa nel 2021 per tentato omicidio e coinvolgimento in attività terroristiche.