Johnson and Johnson offre 8,9 miliardi di dollari per risolvere le cause sul talco
La multinazionale statunitense Johnson and Johnson ha proposto di versare un contributo di 8,9 miliardi di dollari (8,146 miliardi di euro) per risolvere tutte le cause legali attuali e future sul presunto legame tra il cancro e il suo borotalco, ha annunciato l’azienda.
Protezione volontaria dal fallimento
A questo proposito, LTL Management (LTL), una sussidiaria di Johnson and Johnson creata per concentrare le richieste di risarcimento, ha nuovamente richiesto la protezione volontaria del Chapter 11 per ottenere l’approvazione di un piano di riorganizzazione che cercherà di risolvere in modo «equo ed efficiente» tutte le richieste di risarcimento nei confronti della multinazionale per il contenzioso sul talco.
Aumento rispetto ai 2 miliardi di dollari impegnati nella precedente proposta presentata
L’azienda ha accettato di contribuire fino a un valore attuale di 8,9 miliardi di dollari, pagabili in 25 anni, per liquidare tutte le richieste di risarcimento per il talco «attuali e future», un aumento rispetto ai 2 miliardi di dollari (1,83 miliardi di euro) impegnati nella precedente proposta presentata nell’ottobre 2021 in occasione della dichiarazione di fallimento iniziale di LTL.
Impegni di oltre 60.000 ricorrenti
«LTL ha ottenuto l’impegno di oltre 60.000 querelanti a sostenere un accordo globale a queste condizioni», ha annunciato Johnson and Johnson. In ogni caso, la multinazionale ha sottolineato che né la domanda originale di LTL né questa nuova presentazione sono un’ammissione di illecito, né un’indicazione del fatto che l’azienda abbia cambiato la sua posizione sulla sicurezza dei suoi prodotti a base di talco. «L’azienda continua a ritenere che queste affermazioni siano fuorvianti e prive di fondamento scientifico», ha dichiarato Erik Haas, vicepresidente globale per le controversie legali di Johnson and Johnson.
Risolvere questi casi per via giudiziaria richiederebbe decenni.
Tuttavia, il rappresentante della multinazionale ha indicato che, come riconosciuto dal tribunale fallimentare, la risoluzione giudiziaria di questi casi richiederebbe decenni e imporrebbe costi significativi a LTL e al sistema, mentre la maggior parte dei ricorrenti non riceverebbe mai alcun risarcimento. «Risolvere la questione attraverso il piano di riorganizzazione proposto è più equo ed efficiente, in quanto consente ai ricorrenti di essere risarciti in modo tempestivo», ha aggiunto.