Il governo statunitense ha chiarito di riconoscere l’oppositore Juan Guaidó come «presidente ad interim» del Venezuela e di lavorare con lui per «ripristinare la democrazia», in risposta alle speculazioni su una possibile imminente fine del sostegno al leader venezuelano.
La scorsa settimana, fonti consultate dal Financial Times e dalla CNN hanno anticipato che l’amministrazione di Joe Biden si stava già preparando a ritirare il riconoscimento di Guaidó, che nel gennaio 2019 si è proclamato «presidente in carica» del Venezuela facendo valere la sua posizione di capo dell’Assemblea nazionale eletta alla fine del 2015.
Gli Stati Uniti hanno riconosciuto l’Assemblea come unica istituzione legittima in Venezuela e sono stati il primo Paese ad appoggiare il passo di Guaidó, ma la mancanza di progressi e le presunte divisioni interne all’opposizione venezuelana hanno indebolito la sua figura.
Negli ultimi mesi, inoltre, il governo statunitense ha mantenuto contatti con il governo di Nicolás Maduro, con visite di alto livello e l’alleggerimento di alcune sanzioni.
L’amministrazione Biden, tuttavia, «riconosce il presidente ad interim Guaidó», come ha confermato a Europa Press un portavoce del Dipartimento di Stato americano, che non ha alluso a possibili scadenze per la fine di questo sostegno esplicito.
Washington, ha spiegato la fonte, sta lavorando «a stretto contatto» con il gabinetto dell’opposizione e con la Piattaforma Unitaria, che riunisce i principali partiti, per «andare verso una soluzione negoziata che porti al ripristino della democrazia in Venezuela».
Guaidó, nelle dichiarazioni rilasciate alla CNN dopo la diffusione dei presunti piani statunitensi, ha affermato di avere il sostegno degli Stati Uniti finché non ci saranno elezioni «libere ed eque» in Venezuela. «L’opinione di due leader è l’opinione di due leader», ha detto, interrogando le fonti governative.
PRIMARIE DELL’OPPOSIZIONE Il dibattito sul riconoscimento simbolico di Guaidó da parte degli Stati Uniti arriva anche in un momento in cui l’opposizione venezuelana ha iniziato a prepararsi per le prossime grandi elezioni, quelle presidenziali del 2024.
L’opposizione aspira a correre di nuovo unita, seguendo un processo di primarie per scegliere un candidato comune che possa sfidare il chavismo con delle opzioni. Guaidó non ha rivelato se si candiderà e tre dei principali partiti – Una Nuova Era, Acción Democrática e Primero Justicia – sarebbero ora favorevoli a rimuoverlo come leader, secondo fonti citate dal «Wall Street Journal» dopo un incontro tenutosi a Panama.
«Siamo molto vicini al consenso sul fatto che l’esperimento del governo interno non ha funzionato e che abbiamo bisogno di una nuova struttura», ha spiegato una delle fonti consultate dal quotidiano statunitense.