Un tribunale di Umuahia, nel sud-est della Nigeria, ha ordinato mercoledì al governo nigeriano di risarcire il leader del movimento separatista Indigenous People of Biafra (IPOB), Nnamdi Kanu, e di facilitare il suo ritorno in Kenya, sostenendo che il suo arresto e la sua estradizione erano illegali.
I giudici hanno stabilito che la situazione vissuta dal leader separatista biafrano dopo il suo arresto in Kenya costituisce «una violazione dei suoi diritti fondamentali», per cui hanno ordinato che venga risarcito con 500 milioni di naira (1,1 milioni di euro), secondo quanto riportato dal quotidiano «The Punch».
La decisione arriva due settimane dopo che la Corte d’Appello nigeriana ha scagionato Kanu e fatto cadere le accuse di terrorismo contro di lui, con un duro colpo per il governo. Lo stesso tribunale ha poi stabilito che la procura ha violato la legge quando ha ordinato il trasferimento forzato di Kanu dal Kenya nel 2021 per continuare il processo contro di lui.
Le autorità keniote, tuttavia, hanno negato qualsiasi legame con l’arresto o l’estradizione in Nigeria. I suoi avvocati hanno insistito sul fatto che il governo non ha il potere di processarlo nel Paese e hanno chiesto alle autorità di consentire il suo ritorno in Kenya, «dove è stato rapito», o il suo trasferimento nel Regno Unito.
I procedimenti contro il leader biafrano risalgono al suo arresto nel 2015, anche se sono stati sospesi nel 2017 dopo la sua fuga dalla Nigeria a seguito di un’operazione di sicurezza nella sua casa nello Stato di Abia, avviata poco dopo il suo rilascio su cauzione nell’aprile dello stesso anno.
Tuttavia, è stato estradato in Nigeria nel luglio 2021 dopo essere stato arrestato in Kenya.