
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato l’estensione del mandato della Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale (MINUSRO) fino al 31 ottobre 2023.
Nella sua risoluzione, l’organismo ribadisce il suo impegno ad aiutare le due parti coinvolte nella vicenda – il Fronte Polisario e le autorità marocchine – a raggiungere una soluzione giusta e duratura, ha dichiarato il Fronte Polisario in un comunicato.
Il Consiglio di Sicurezza ha inoltre apprezzato il lavoro della MINUSRO sul terreno e ha sottolineato la necessità di un pieno rispetto del mandato della missione che, tuttavia, non potrà beneficiare di misure pratiche per garantire la piena attuazione del suo mandato.
Quest’ultimo aspetto è stato fortemente criticato dal Fronte Polisario, che vede un «fallimento» nel non fornire alla MINUSRO questo tipo di meccanismo. Inoltre, ha denunciato «l’inazione» del Consiglio di Sicurezza di fronte ai «tentativi aggressivi e persistenti» del Marocco di «ostacolare e minare» il mandato della missione ONU.
«Il Fronte Polisario rifiuta categoricamente l’inazione del Consiglio di Sicurezza, in particolare di alcuni dei suoi membri influenti, e il loro deplorevole silenzio e l’ingiustificabile riluttanza a ritenere lo Stato occupante del Marocco responsabile della sua continua occupazione illegale di parti del nostro Paese», ha aggiunto l’organismo saharawi.
Il Polisario ha criticato il Consiglio di Sicurezza per aver «optato per un’ambiguità distruttiva» invece di adottare «un approccio equilibrato, inequivocabile e coerente» al fine di promuovere un processo di «pace e realtà sul terreno».
La formazione saharawi ritiene quindi che l’ONU, in parte, «approfondisca la situazione di stallo prevalente» in modo da minare la missione dell’inviato personale dell’ONU, aggravare il contesto operativo della MINUSRO e approfondire una situazione già «tesa».
«Il Fronte Polisario riafferma che il Piano di insediamento ONU/Organizzazione dell’Unità Africana rimane l’unico accordo reciproco accettato dalle due parti (…) e approvato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza», ha dichiarato il Polisario, ricordando le due risoluzioni dell’organismo ONU che incaricano la MINUSRO.
«Il Consiglio (di sicurezza) ha istituito, sotto la sua autorità, la MINUSRO per tenere un referendum libero, equo e senza restrizioni amministrative o amministrative per consentire al popolo del Sahara occidentale di esercitare il suo diritto inalienabile all’autodeterminazione e all’indipendenza», ha aggiunto la formazione.
In questo contesto, il Fronte Polisario ha ribadito il suo rifiuto di partecipare a qualsiasi processo di pace basato su un approccio che si discosti dal Piano di accordo, che è la «ragion d’essere della MINUSRO e la base del suo mandato».
«Nessuno dovrebbe illudersi che un processo di pace autentico, credibile e fattibile possa iniziare e progredire nel Sahara Occidentale senza porre fine all’impunità con cui è stato permesso allo Stato occupante del Marocco di minare il Piano di insediamento», ha sottolineato il Polisario.
Infine, la formazione saharawi ha sottolineato che il popolo della regione «continuerà a utilizzare tutti i mezzi legittimi, compresa la lotta armata, per difendere il proprio diritto inalienabile e non negoziabile all’autodeterminazione e all’indipendenza e per ripristinare la sovranità sull’intero territorio della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD)».