
Giovedì il governo israeliano ha approvato formalmente l’accordo con il Libano per la delimitazione dei confini marittimi, una pietra miliare che il primo ministro israeliano Yair Lapid ha sottolineato per ciò che rappresenta in termini di concessioni da parte di «un Paese nemico».
«Non capita tutti i giorni che un Paese nemico riconosca lo Stato di Israele, per iscritto, davanti all’intera comunità internazionale», ha dichiarato Lapid all’inizio di una riunione speciale del suo governo per ratificare lo storico patto, secondo quanto riportato dal Times of Israel.
«Non capita tutti i giorni che Stati Uniti e Francia ci sostengano e forniscano garanzie economiche e di sicurezza per questo accordo», ha aggiunto Lapid, fiducioso che Israele guadagnerà e diventerà più forte contro le minacce sul fronte settentrionale, come il partito-milizia sciita Hezbollah.
Libano e Israele sono tecnicamente in guerra, quindi l’accordo, frutto di due anni di negoziati, ha una particolare importanza simbolica. Si tratta di un’area di circa 860 chilometri quadrati rivendicata da entrambe le parti e dove sono stati scoperti giacimenti di gas naturale.
Sia Israele che il Libano hanno accettato di riconoscere il confine bocciato da Israele, permettendo a Beirut di godere dell’area a nord della linea 23, compreso il giacimento di Qana, mentre le autorità israeliane mantengono il controllo sul giacimento di Karish, il cui sfruttamento è già iniziato.