
La Russia ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di indagare sul coinvolgimento degli Stati Uniti nel presunto sviluppo di armi biologiche in Ucraina.
La Russia non ha avuto altra scelta che presentare un reclamo al presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per richiedere l’avvio di un’indagine internazionale (sulle armi biologiche)», ha dichiarato la parte russa, secondo l’agenzia di stampa TASS.
Mosca ha sottolineato che intende esercitare i propri diritti legali in base alle disposizioni del diritto internazionale sancite dalla Carta delle Nazioni Unite e dalla Convenzione sulle armi biologiche, che è uno strumento chiave giuridicamente vincolante nel campo delle garanzie di sicurezza contro la minaccia delle armi biologiche.
La Russia ha inoltre sostenuto che né Washington né Kiev sono state in grado di fornire «risposte chiare» alle questioni sollevate nell’ambito delle consultazioni bilaterali mediate da un gruppo di sostegno sull’attuazione della Convenzione, nonché in un altro incontro consultivo tenutosi a settembre a Ginevra.
«Invece di un dialogo professionale, i Paesi occidentali e gli ucraini si sono concentrati sulla propaganda, con il risultato che le nostre rivendicazioni dettagliate sono rimaste irrisolte e hanno richiesto ulteriori passi per essere risolte», ha sostenuto la parte russa.
In seguito, Adebey Ebo, il vice di Izumi Nakamitsu, Alto rappresentante delle Nazioni Unite per gli affari del disarmo, ha ricordato che l’ONU «non ha né il mandato né la capacità tecnica per indagare sulle accuse della Russia», come riportato dalla TASS.
Lo scorso maggio l’ONU ha dichiarato di non essere a conoscenza di test o programmi di armi di questo tipo condotti sul territorio ucraino, dopo che la Russia ne aveva denunciato l’esistenza.
Le accuse sono state ripetute anche a marzo, quando Mosca ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dei presunti programmi statunitensi di armi biologiche o chimiche in Ucraina.
La richiesta di tale incontro è arrivata dopo che il governo statunitense ha smentito le «false informazioni» presumibilmente avanzate dalla Russia sui laboratori statunitensi di armi biologiche e chimiche presenti nel Paese.