
Il governo giapponese avrebbe concluso le trattative finali per l’acquisto di un missile da crociera Tomahawk dagli Stati Uniti, secondo quanto riportato dal quotidiano Yomiuri.
Il governo giapponese sta portando avanti un piano di potenziamento dei missili di produzione nazionale come strumento di «capacità di contrattacco» a fronte delle crescenti tensioni nella regione per i lanci missilistici della Corea del Nord.
In questo senso, l’Ufficio del Primo Ministro giapponese, Fumio Kishida, ha stabilito che il «Tomahawk» è «essenziale per rafforzare la deterrenza», secondo lo «Yomiuri».
Secondo il giornale, gli Stati Uniti hanno mostrato un atteggiamento positivo nei confronti della vendita e dei negoziati, che sono entrati nella fase finale, il che indica che il governo giapponese si sta avvicinando a Washington con l’obiettivo di migliorare il proprio sistema di difesa.
Il missile da crociera Tomahawk, che è il principale missile da crociera a guida di precisione degli Stati Uniti con una gittata di oltre 1.250 chilometri, distrugge gli obiettivi utilizzando le informazioni di localizzazione satellitare del sistema di posizionamento globale (GPS).
Un missile di questo tipo costa tra i 100 e i 200 milioni di yen (da 686.000 a 1.369.000 euro), quindi l’amministrazione Kishida sta valutando la possibilità di introdurlo attraverso il programma di assistenza militare estera, che acquista attrezzature attraverso il governo statunitense.
Il Giappone sta quindi prendendo in considerazione – attraverso l’acquisto di missili statunitensi – il suo più grande potenziamento degli armamenti dalla Seconda Guerra Mondiale, tra le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord e le attività militari assertive della Cina, affermano i media giapponesi.
La mossa è controversa nell’arcipelago asiatico, poiché negli ultimi decenni la politica di sicurezza del Paese è stata orientata esclusivamente all’autodifesa, in base alla rinuncia alla guerra sancita dalla Costituzione.