
La Società della Croce Rossa Etiope (ERCS) ha «condannato senza riserve» l’uccisione di un autista di ambulanza e di alcuni pazienti da parte di gruppi armati nella regione etiope dell’Amhara, uno degli epicentri della guerra tra il governo e i ribelli del Tigrai nel nord del Paese.
La Croce Rossa non riporta la data dell’incidente né il numero di pazienti che sarebbero stati uccisi. Ha identificato l’autista deceduto come Mengist Minyil, autista della divisione Gonder Nord, che forniva servizi umanitari a West Dembiya per l’ospedale Adi Remets.
Secondo la Croce Rossa, al momento della morte stava trasportando pazienti feriti da Adwa, nel Tigray, al confine con l’Amhara.
La Croce Rossa denuncia la terribile situazione degli operatori umanitari che cercano di sopravvivere nel conflitto. Dallo scoppio della guerra nel novembre 2020, almeno 27 operatori umanitari sono stati uccisi, il penultimo dei quali in un attacco dell’esercito etiope a Shire all’inizio del mese.
Nel settembre dello scorso anno, ricorda inoltre la Croce Rossa, almeno 11 operatori umanitari della Tigray Support Society, con sede nel travagliato Stato, sono stati uccisi in un attacco di uomini armati.
Il corpo di Mengist è stato riportato nella sua città natale, Belessa, venerdì. Il 40enne operatore umanitario, che aveva due figlie, viene descritto dall’organizzazione come un «martire dell’umanità, le cui straordinarie azioni umanitarie si rifletteranno per sempre nella memoria dell’associazione».
Infine, la Società della Croce Rossa Etiope invita tutti i gruppi armati a «garantire la sicurezza degli operatori umanitari che cercano di svolgere il loro lavoro nel Paese all’insegna della neutralità e della non discriminazione», secondo una dichiarazione pubblicata venerdì scorso sulla sua pagina Facebook.
Il conflitto in Tigray è scoppiato in seguito a un attacco del TPLF alla principale base dell’esercito a Mekelle, dopo il quale il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha ordinato un’offensiva contro il gruppo in seguito a mesi di tensioni politiche e amministrative.
Attualmente è in vigore una «tregua umanitaria», anche se entrambe le parti si sono accusate di ostacolare la consegna degli aiuti e tutte le ONG internazionali sono state accusate di aver commesso atrocità durante il conflitto.
Il TPLF accusa Abiy di aver alimentato le tensioni da quando è salito al potere nell’aprile 2018, quando è diventato il primo Oromo ad assumere la carica. Fino ad allora, il TPLF era stato la forza dominante all’interno della coalizione al governo dell’Etiopia dal 1991, il Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope (EPRDF), a base etnica. Il gruppo si è opposto alle riforme di Abiy, viste come un tentativo di minare la propria influenza.