
L’Assemblea nazionale francese ha respinto lunedì due mozioni di censura presentate da France Insoumise e Rassemblement Nationale sul bilancio della sicurezza sociale proposto dal governo del primo ministro Élisabeth Borne.
La mozione di censura di France Insoumise, presentata da sola senza i suoi partner abituali, come i Verdi, e senza l’appoggio della coalizione di sinistra Nupes, è riuscita a raccogliere 218 voti a favore, ma non è passata alla Camera nonostante il sostegno di Rassemblement Nationale, la cui proposta di destituire il governo francese ha raccolto 90 voti.
Di conseguenza, il bilancio della previdenza sociale è stato approvato in prima lettura alla Camera. Il testo sarà esaminato in Senato da mercoledì in commissione e lunedì prossimo 7 novembre in seduta plenaria, secondo il canale televisivo TF1.
Borne ha criticato la mozione di censura da sinistra, sostenendo che la France Insoumise, guidata da Jean-Luc Mélenchon, «continua a vivere in un Paese alternativo», mentre il National Rally, guidato dall’estrema destra Marine le Pen, ha affermato che le sue «basi ideologiche non sono cambiate in 50 anni».
«Quello che vuole è la discordia al costo di un’alleanza innaturale con la Nupes (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale). Non posso immaginare per un momento cosa possano governare insieme, ma hanno argomenti tristemente comuni», ha sottolineato.
Le mozioni di sfiducia, che fanno seguito al fallimento la scorsa settimana di due mozioni per destituire il governo, sono arrivate in risposta alla decisione dell’esecutivo di invocare l’articolo 49.3 della Costituzione, che consente di approvare una legge finanziaria senza voto, per dare il «via libera» alla prima parte del bilancio statale del 2023.
Con Macron all’Eliseo, il governo ha già utilizzato l’articolo 49.3 della Costituzione all’inizio del 2020 per far passare una controversa riforma delle pensioni, che alla fine è stata sospesa durante la pandemia COVID-19. Ora il piano di bilancio passerà direttamente al Senato.






