
Un gruppo di donne ha protestato lunedì nella capitale afghana, Kabul, contro il divieto di istruzione a partire dalla sesta classe imposto dalle autorità talebane e la privazione del lavoro per le donne.
«Chiediamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale di prestare attenzione a noi e di salvare le donne da queste violazioni dei loro diritti», ha protestato Marghalare, ex dipendente del Ministero degli Interni afghano, secondo il portale di notizie Tolo.
Alcune giovani donne hanno persino esposto i loro documenti scolastici su grandi striscioni. «Il documento che abbiamo in mano non serve a nulla perché siamo tutti a casa e non abbiamo lavoro», ha detto Shokoria, uno dei manifestanti.
La protesta, organizzata dal Powerful Women’s Movement of Afghanistan, è stata repressa dalle autorità di polizia afghane con violenze, intimidazioni e umiliazioni. Secondo i testimoni, gli agenti avrebbero strappato gli striscioni per disperdere la folla, come riportato dall’agenzia di stampa Jaama.
Questo avviene dopo che il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, Richard Bennett, ha dichiarato che nel Paese sono state introdotte gravi restrizioni e barriere per rendere le donne «invisibili» nella società, una battuta d’arresto che ha definito «senza precedenti», secondo l’agenzia.
Le autorità talebane hanno dovuto affrontare critiche per la chiusura delle scuole e l’esclusione delle studentesse da esse, nel quadro di una serie di misure discriminatorie nei confronti delle donne che le tengono lontane dai loro lavori e regolano gli aspetti della loro vita quotidiana.
Da allora, in Afghanistan ci sono state sporadiche proteste guidate dalle donne per chiedere diritti. Le varie politiche attuate dai Talebani sono state condannate dagli organismi delle Nazioni Unite e dalla comunità internazionale.
Le donne hanno subito battute d’arresto sul posto di lavoro, ma anche nell’istruzione, tanto che l’Afghanistan è attualmente l’unico Paese al mondo che impedisce alle ragazze di accedere all’istruzione secondaria. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), circa 3,4 milioni di bambine e adolescenti sono fuori dal sistema scolastico.






