
Le frontiere terrestri della Guinea Equatoriale si sono aperte martedì con numerosi controlli di polizia nel primo giorno di chiusura dopo che il governo del presidente in carica, Teodoro Obiang, ha annunciato questa decisione per evitare «l’infiltrazione di gruppi» in vista della campagna presidenziale, che inizia giovedì.
Di fronte a questa chiusura a tempo indeterminato, di cui oggi ricorre il primo giorno, il partito di opposizione Movimento per la Rinascita del Camerun (MRC), guidato da Maurice Kamto, ha denunciato martedì, secondo il portale di notizie Actu Cameroun, atti di xenofobia e torture contro i camerunesi alla frontiera.
«La verità è che l’applicazione di questa misura ha portato ad abusi e in particolare ad atti di xenofobia, torture, trattenimento di beni a scapito di molti stranieri e quindi di diversi camerunensi», ha dichiarato il delegato nazionale per i diritti umani e la governance della formazione, Désiré Sikati.
Nelle ultime settimane sono stati intensificati i controlli di identità sui cittadini camerunensi residenti in Guinea Equatoriale. Se risiedono sul territorio della Guinea Equatoriale da più di tre mesi, i cittadini camerunensi devono presentare un permesso di soggiorno valido, secondo quanto riportato da Radio France Internationale.
Teodoro Obiang, alla guida del Paese da 43 anni, ha emesso un decreto che conferma la data delle elezioni presidenziali, parlamentari e municipali, adducendo una serie di giustificazioni per la data anticipata, tra cui la crisi economica, la pandemia COVID-19 e gli «effetti negativi» dell’offensiva militare della Russia in Ucraina.
L’ottantenne, che governa l’ex colonia spagnola dal 1979, ha anche accennato alle «terribili conseguenze» delle esplosioni di Bata del marzo 2021, che hanno provocato più di 100 morti e «influenzato le previsioni economiche».
Obiang ha assicurato che lo svolgimento delle elezioni è un «investimento costoso» e ha difeso che il governo ha già esperienza nel far coincidere diversi processi in un unico appuntamento. «Non c’è alcun ostacolo normativo che vieti al governo di abbreviare il mandato per circostanze ovvie», si legge nel testo del decreto.
La Guinea Equatoriale ha 18 partiti politici legalizzati, anche se in pratica non esiste un’opposizione con reali possibilità di offrire un’alternativa a Obiang, il cui futuro politico è stato messo in dubbio a causa delle speculazioni sul fatto che stesse per cedere il potere al figlio «Teodorín».






