La Procura del Brasile ha chiesto alla Polizia federale di indagare sul direttore generale della Polizia autostradale federale (PRF), Silvinei Vasques, per aver presumibilmente omesso i blocchi stradali da parte dei sostenitori del presidente Jair Bolsonaro, dopo la certificazione della sua sconfitta alle elezioni di domenica.
Secondo i procuratori brasiliani, se verrà dimostrato che Vasques ha ignorato i blocchi, il direttore generale del PRF potrebbe essere accusato di prevaricazione, un reato punibile da tre mesi a un anno di carcere e che comporta anche una sanzione pecuniaria, secondo quanto riportato da «O Globo».
Mercoledì, almeno 17 Stati del Brasile sono ancora teatro di proteste da parte dei sostenitori del presidente Bolsonaro, con più di cento blocchi stradali per il terzo giorno consecutivo.
Le proteste sono in corso da quando l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha vinto le elezioni di domenica. Da parte sua, Bolsonaro, dopo oltre 48 ore di silenzio, ha lanciato un discorso in cui ha assicurato che avrebbe rispettato la Costituzione, pur non riconoscendo esplicitamente la sua sconfitta.
ISPEZIONI DEI VEICOLI D’altra parte, la Procura ha anche chiesto di indagare se Vasques abbia anche commesso una prevaricazione quando, al secondo turno delle elezioni, ha rafforzato le ispezioni dei veicoli in un’operazione speciale condotta principalmente nella regione del Nord-Est, dove Lula ha ottenuto un’ampia maggioranza.
La Procura vuole chiarire se il direttore generale abbia rispettato la legge o non abbia commesso un reato «contro il libero esercizio del diritto di voto». «Le ispezioni effettuate dal PRF non hanno rispettato l’ordine del Tribunale elettorale superiore», si legge nel comunicato della Procura.
L’ombra del sospetto incombe ora su Vasques, che sabato, in vista del secondo turno elettorale, ha postato sui suoi social network una fotografia della scheda elettorale di Bolsonaro. In seguito ha ritrattato e cancellato il post.