
Il leader del principale partito di opposizione greco, la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA), Alexis Tsipras, lunedì ha invitato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis a spiegare le accuse di possibili 33 casi di spionaggio con software Predator attribuiti all’Agenzia di intelligence (EYP).
«I 33 obiettivi del malware Predator sono stati inclusi in una lista EYP?», ha chiesto Tsipras in un’audizione parlamentare.
Il programma di spionaggio israeliano sarebbe stato installato sui telefoni di 33 politici – e delle loro famiglie – uomini d’affari e giornalisti, ha rivelato il quotidiano «Documento».
L’elenco comprende il ministro degli Esteri Nikos Dendias, l’ex primo ministro conservatore Antonis Samaras, ex ministri socialisti, conservatori e di SYRIZA, nonché Alexis Papachelas, direttore esecutivo del quotidiano «Kathimerini». Il «documento» collega direttamente Mitsotakis a questo spionaggio e fa addirittura riferimento al «sistema Mitsotakis» di spionaggio.
Il governo ha chiesto un’indagine «approfondita» sulle accuse, ma ha avvertito che «c’è molta narrativa, ma mancano le prove», secondo il portavoce del governo Dimitris Oikonomu.
La stragrande maggioranza delle persone elencate ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun tipo di situazione straordinaria relativa ai propri telefoni cellulari.
Lunedì scorso, il regista di «Document» Kostas Vaxevanis ha presentato la documentazione a sostegno del rapporto alla Corte Suprema greca, su richiesta del procuratore del tribunale, Isidoros Dogiakos.
Si tratta della seconda ondata di uno scandalo sulle intercettazioni scoppiato a luglio, quando il leader del Partito socialista panellenico (PASOK), Nikos Androulakis, ha denunciato alla Corte suprema di essere stato spiato sul suo cellulare con il software Predator, scoperto dal servizio di sicurezza del Parlamento europeo.