
Il leader del principale partito di opposizione greco, la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA), Alexis Tsipras, lunedì ha invitato il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis a spiegare le accuse di possibili 33 casi di spionaggio con software Predator attribuiti all’Agenzia di intelligence (EYP).
«I 33 obiettivi del malware Predator erano inclusi in una lista EYP?», ha chiesto Tsipras in un’audizione parlamentare. «In uno Stato democratico è impensabile che gli oppositori politici e persino i loro stretti collaboratori, i ministri e gli ex primi ministri, siano monitorati con un malware», ha affermato.
Mitsotakis non ha risposto in parlamento, ma in un’intervista alla televisione greca ANT1 in cui ha definito le accuse pubblicate dal giornale «Documento» come «incredibili bugie».
«È una bugia incredibile. Abbiamo una pubblicazione che presenta una serie di nomi che sarebbero stati spiati senza alcuna prova che ciò sia realmente accaduto e senza alcun rapporto personale con me», ha detto Mitsotakis.
«C’è un solo greco che crede che in questi tre anni e mezzo, nel mio tempo libero, io abbia spiato il ministro degli Esteri, il ministro delle Finanze o le mogli di questi ministri?», ha chiesto. «Confido nel sistema giudiziario, nella Procura della Corte Suprema, per fare chiarezza», ha detto, descrivendo il direttore del giornale, Kostas Vaxevanis, come un «pericolo nazionale».
Infatti, ha affermato che «dietro Vaxevanis si nasconde il signor Tsipras» e ha messo in guardia da una «strategia per farci sprofondare nel pantano del dibattito».
Secondo il quotidiano «Documento», il programma di spionaggio israeliano sarebbe stato installato sui telefoni di 33 politici – e loro parenti – uomini d’affari e giornalisti.
L’elenco comprende il ministro degli Esteri Nikos Dendias, l’ex primo ministro conservatore Antonis Samaras, ex ministri socialisti, conservatori e di SYRIZA e il direttore esecutivo del quotidiano «Kathimerini», Alexis Papachelas. Il «documento» collega direttamente Mitsotakis a questo spionaggio e fa addirittura riferimento al «sistema Mitsotakis» di spionaggio.
Il governo ha chiesto un’indagine «approfondita» sulle accuse, ma ha avvertito che «c’è molta narrativa, ma mancano le prove», secondo il portavoce del governo Dimitris Oikonomu.
La stragrande maggioranza delle persone elencate ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcun tipo di situazione straordinaria relativa ai propri telefoni cellulari.
Lunedì scorso, il regista di «Document» Kostas Vaxevanis ha presentato la documentazione a sostegno del rapporto alla Corte Suprema greca, su richiesta del procuratore del tribunale, Isidoros Dogiakos.
Si tratta della seconda ondata di uno scandalo sulle intercettazioni scoppiato a luglio, quando il leader del Partito socialista panellenico (PASOK), Nikos Androulakis, ha denunciato alla Corte suprema di essere stato spiato sul suo cellulare con il software Predator, scoperto dal servizio di sicurezza del Parlamento europeo.






