L’incontro tra alti ufficiali dell’esercito etiope e del Fronte di Liberazione del Popolo del Tigray (TPLF) è iniziato lunedì nella capitale keniota, Nairobi, per discutere l’attuazione della cessazione delle ostilità recentemente concordata tra le parti, compreso il disarmo del gruppo dopo quasi due anni di conflitto nella regione del Tigray (nord).
L’Unione Africana (UA) ha dichiarato in un comunicato che l’incontro «è coerente con l’articolo 6d dell’accordo di cessazione delle ostilità recentemente firmato tra il governo dell’Etiopia e il TPLF, in cui le parti hanno concordato di organizzare una riunione tra gli alti comandanti entro cinque giorni dalla firma dell’accordo per discutere il lavoro dettagliato sulle modalità di attuazione, comprese le questioni relative al disarmo, tenendo conto della situazione della sicurezza sul campo».
«L’incontro dovrebbe anche sfociare in una ‘road map’ per l’accesso umanitario immediato e il ripristino dei servizi nella regione del Tigray», ha affermato, prima di sottolineare che «ciò implica la realizzazione di progressi nell’istituzione di una linea telefonica diretta tra le parti entro 24 ore dalla firma dell’accordo per facilitare le comunicazioni tra gli alti comandanti di entrambe le parti».
Il blocco si è congratulato con le parti per queste misure di «rafforzamento della fiducia» e per «il loro costante impegno nell’attuazione dell’accordo di cessazione delle ostilità, come parte degli sforzi generali per porre fine al conflitto e dare una possibilità alla pace». «I risultati attesi includono le modalità per far tacere le armi, l’accesso umanitario e il ripristino dei servizi nella regione del Tigray», ha ribadito.
L’incontro è facilitato dall’Alto rappresentante dell’UA per il Corno d’Africa, l’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, e dai membri dell’Alto panel dell’UA per l’Etiopia, l’ex presidente keniota Uhuru Kenyatta e l’ex vicepresidente sudafricano Phumzile Mlambo-Ngcuka.
Redwan Hussein, consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro etiope Abiy Ahmed, sabato ha applaudito il ruolo dell’UA nei colloqui che hanno portato all’accordo di cessazione delle ostilità e ha sottolineato che il lavoro dovrebbe portare a un cessate il fuoco permanente, al disarmo del TPLF e alla creazione di un’amministrazione transitoria in Tigray per consentire il ripristino dei servizi di base, secondo quanto riportato dall’emittente televisiva etiope Fana.
Il conflitto in Tigray è scoppiato nel novembre 2020 a seguito di un attacco del TPLF alla principale base dell’esercito a Mekelle, dopo il quale il governo Abiy ha ordinato un’offensiva contro il gruppo a seguito di mesi di tensioni politiche e amministrative, tra cui il rifiuto del TPLF di riconoscere un rinvio delle elezioni e la sua decisione di tenere elezioni regionali al di fuori di Addis Abeba.
Il TPLF accusa Abiy di aver alimentato le tensioni da quando è salito al potere nell’aprile 2018, quando è diventato il primo Oromo ad assumere la carica. Fino ad allora, il TPLF era stato la forza dominante all’interno della coalizione al governo dell’Etiopia dal 1991, il Fronte Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope (EPRDF), a base etnica. Il gruppo si è opposto alle riforme di Abiy, viste come un tentativo di minare la propria influenza.
