
La Procura di Roma ha aperto lunedì un’inchiesta sugli attivisti ambientalisti che venerdì scorso hanno lanciato una zuppa di verdure sul dipinto «Il seminatore» di Vincent Van Gogh, esposto in una mostra dedicata al pittore olandese a Palazzo Bonaparte a Roma.
«È stata aperta un’indagine sulla base di un rapporto della polizia. Il reato (…) riguarda il deterioramento, la deturpazione e l’uso improprio di beni culturali o paesaggistici», hanno detto i pubblici ministeri, secondo le informazioni dell’agenzia di stampa Askanews.
Il reato è punibile da due a cinque anni di carcere, secondo il codice penale italiano, anche se gli attivisti insistono sul fatto che il dipinto non è stato danneggiato perché ha un vetro protettivo.
I tre attivisti del gruppo Last Generation hanno ribadito che la loro intenzione non era quella di danneggiare l’opera, ma di attirare l’attenzione del pubblico sull’avanzare del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. Inoltre, sostengono che non si tratta di puro vandalismo.
Dopo aver gettato la zuppa, gli attivisti si sono attaccati al muro e hanno gridato slogan contro l’uso dei combustibili fossili. Nelle ultime settimane si sono verificati diversi episodi simili di attivisti di gruppi come Just Stop Oil che hanno spruzzato vernice, versato ketchup e persino cercato di attaccare le loro teste su dipinti come «Girasoli», sempre di Van Gogh, o «La ragazza con l’orecchino di perla» di Johannes Vermeer, tra gli altri.






