
L’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza, Dmitry Medvedev, ha giustificato la guerra lanciata su ordine di Vladimir Putin poco più di otto mesi fa con le aspirazioni nucleari dell’Ucraina, da cui questo arsenale era stato ritirato dopo la firma del Memorandum di Budapest del 1994.
Medvedev ha detto che l’Ucraina continua a «piangere amaramente» dopo la firma di questo accordo, che ha ritirato l’arsenale nucleare che era rimasto sul suo territorio dai tempi dell’Unione Sovietica, e ha accusato la leadership ucraina di essere in grado di usarlo con «piacere diabolico» sui civili.
In questo senso, Medvedev ha assicurato che l’Ucraina ha «inequivocabilmente» insinuato di voler scatenare questo arsenale nucleare «che in larga misura» ha motivato quella che il Cremlino ha definito una «operazione militare speciale», secondo il suo profilo sul social network russo VKontakte.
Medvedev, che dall’inizio della guerra è stato molto attivo sui social network nella sua belligeranza contro Kiev e i suoi leader, ha affermato che tutti i presidenti ucraini, da Leonid Kravchuk a Volodimir Zelenski, hanno ammesso di aver dovuto rinunciare a malincuore a queste armi nucleari.
E tutto ciò, ha osservato, nonostante il fatto che «Kiev non abbia i mezzi per mantenere questo ‘potere’ che ha acquisito per caso». Una decisione che anche gli Stati Uniti hanno dovuto accettare a causa delle pressioni della comunità internazionale.
Medvedev ha voluto anche portare come esempio di Paese «responsabile» e «sovrano» nei confronti del suo popolo e della sicurezza regionale il Sudafrica, la prima e finora unica nazione che ha deciso di distruggere volontariamente le sue armi nucleari, dopo averne fabbricate segretamente fino a sei, come ha riconosciuto l’ex presidente Frederik Willem de Klerk nel 1993.
Con la caduta dell’apartheid, il nuovo governo sudafricano, ha sottolineato, «ha adottato una posizione responsabile e sovrana nei confronti del suo popolo, dei Paesi limitrofi e dell’intera comunità mondiale», a differenza, ha sostenuto, dell’Ucraina.
«È proprio per questo motivo che il Sudafrica è oggi il più importante rappresentante dell’architettura globale di un nuovo ordine mondiale multipolare», ha esaltato Medvedev, considerando il Paese africano un elemento chiave del raggruppamento internazionale che, insieme a Russia, Cina, India e Brasile, è noto come BRICS.






