
Decine di sostenitori dell’ex primo ministro pakistano Imran Jan hanno bloccato martedì diverse strade della capitale Islamabad nell’ambito delle proteste antigovernative seguite all’attentato al leader del partito Pakistan Tehrik-e-Insaf (PTI).
Yauar Ali, un funzionario della polizia di Islamabad, ha confermato che il blocco delle strade sta rendendo difficile la circolazione in città e ha sottolineato che «ci sono famiglie che sono rimaste bloccate nel traffico per ore», secondo il canale televisivo pakistano Geo TV.
In questo contesto, la polizia pakistana ha chiesto il permesso di intervenire per sbloccare l’autostrada che collega Lahore e Peshawar, anch’essa bloccata dai manifestanti e che dalla capitale porta all’aeroporto di Islamabad.
Le autorità hanno ricordato che «ambasciatori e stranieri utilizzano questa stessa strada per accedere alla capitale» e hanno avvertito che qualsiasi incidente durante le proteste potrebbe danneggiare l’immagine del Pakistan a livello internazionale.
Le proteste hanno luogo nonostante il PTI abbia annunciato lunedì che la «lunga marcia» verso la capitale, prevista per martedì, è stata rinviata a giovedì a causa dello stallo di Jan con il governo dell’attuale primo ministro, Shehbaz Sharif, al quale chiede elezioni anticipate.
Lunedì, l’ex primo ministro ha invitato il presidente pakistano Arif Alvi ad «agire subito» per fermare «l’abuso di potere» e ha denunciato «un complotto per assassinarlo» che sarebbe stato ordito da Sharif, dal ministro degli Interni Rana Sanaullah e dal capo dei servizi segreti.
Jan, che ad aprile è diventato il primo leader pakistano a essere estromesso da una mozione di sfiducia, è stato squalificato a fine ottobre dalla commissione elettorale per non aver dichiarato il denaro proveniente dalla vendita di regali e doni ricevuti da leader internazionali mentre era in carica.
La sua partenza dall’incarico è stata seguita da una crescente tensione politica, segnata da una serie di scandali sui trasferimenti e da proteste di massa a favore e contro il primo ministro, che è stato denunciato dall’alleanza dell’opposizione Pakistan Democratic Movement (PDM) come un «fantoccio» dell’esercito. Le forze armate sono considerate la forza più potente del Pakistan dall’indipendenza dal Raj britannico nel 1947.






