Gli Huthi hanno affermato giovedì di aver attaccato mercoledì il porto di Qena, nella provincia meridionale yemenita di Shabua, per «impedire il contrabbando» di carburante da parte della coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita.
Il portavoce militare huthi Yahya Sari ha dichiarato sul suo account Twitter che «le forze armate yemenite hanno impedito un tentativo di saccheggio di greggio dal porto di Quena a Shabua, utilizzato dall’aggressione statunitense-saudita per il contrabbando».
Ha sottolineato che l'»operazione» è stata lanciata contro «una petroliera che si trovava nel porto per saccheggiare e contrabbandare petrolio» dopo aver ignorato «molteplici messaggi di avvertimento».
«Le forze armate ribadiscono il loro impegno a proteggere la ricchezza sovrana nazionale come uno dei diritti del nostro popolo oppresso, il principale dei quali è lo stipendio dei dipendenti pubblici in tutte le regioni yemenite», ha detto Sari.
Secondo quanto riportato dalla rete televisiva saudita Al Arabiya, le forze yemenite hanno abbattuto un drone controllato dagli Huthi nei pressi di Qena. L’obiettivo sarebbe stata una petroliera che stava effettuando operazioni di carico nella zona.
La guerra in Yemen contrappone il governo riconosciuto a livello internazionale, ora rappresentato dal Consiglio presidenziale e sostenuto dalla coalizione internazionale di cui sopra, agli Huthi sostenuti dall’Iran. Gli Huthi controllano la capitale, Sana’a, e le aree del nord e dell’ovest del Paese.
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per lo Yemen, Hans Grundberg, sta cercando di riavvicinare le parti per rilanciare il processo di pace, dopo che la tregua concordata ad aprile per l’inizio del mese di Ramadan è scaduta ad ottobre ed è stata successivamente prorogata più volte.