Le autorità sudanesi hanno ordinato il ritorno in carcere dell’ex presidente Omar Hassan al-Bashir, spodestato dopo il colpo di Stato dell’aprile 2019, dopo diversi mesi di ricovero in ospedale a causa delle sue delicate condizioni di salute.
Hashim al-Jaali, avvocato di al-Bashir, ha dichiarato che le autorità giudiziarie hanno annunciato che l’ex presidente sarà trasferito nel carcere di Kober insieme a diversi alti funzionari islamisti condannati negli ultimi mesi.
Il portale di notizie sudanese Sudan Tribune ha riferito che tra le persone interessate dal provvedimento vi sono l’ex vicepresidente Bakri Hassan Sali, l’ex ministro degli Interni Ali al Haj e Ibrahim al Sanosi, un membro di spicco del partito di Al Bashir, il Partito del Congresso Popolare (PCP).
L’ex presidente e più di 30 leader del Fronte Nazionale Islamico (NIF) sono sotto processo per il colpo di Stato militare del giugno 1989 che ha rovesciato un governo eletto e portato al potere al-Bashir, anche se sono stati trasferiti in un ospedale militare dopo la nuova rivolta dell’ottobre 2021.
Il nuovo colpo di Stato, guidato dal capo dell’esercito e presidente del Consiglio sovrano di transizione, Abdelfatá al-Burhan, ha rovesciato le autorità di transizione concordate dopo la cacciata di Al Bashir, aggravando la grave crisi politica in cui versa il Paese africano.
Al Bashir, condannato per corruzione, è oggetto di due mandati di arresto della Corte penale internazionale (CPI) per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra per presunti abusi commessi sotto il suo comando nella regione del Darfur.
Nonostante l’apertura delle autorità sudanesi di transizione a consegnare l’ex presidente al tribunale internazionale, finora non si è concretizzata. Anche l’ex ministro dell’Interno Ahmed Harun e l’ex ministro della Difesa Abdelrahim Mohamed Hussein potrebbero subire lo stesso destino.