
Le Forze Armate portoghesi hanno espresso la loro preoccupazione dopo che un aereo di Frontex, appartenente alla società britannica DEA, ha sorvolato l’isola delle Azzorre con l’obiettivo di «garantire la sorveglianza della frontiera esterna dell’Unione Europea», raccogliendo una grande quantità di dati che potrebbero essere utilizzati in futuro da qualsiasi impresa o espressione straniera.
Il quotidiano portoghese «Diario de Noticias» ha raccolto l’opinione di diversi ufficiali della Guardia Nazionale che si dicono indignati per il fatto che né l’Aeronautica portoghese (FAP) né la Marina siano state chiamate a collaborare a questa operazione, che il generale Luís Araújo interpreta come «un attacco alla sovranità».
Fonti militari hanno precisato che il velivolo vola in media dalle quattro alle sei ore al giorno e, secondo la richiesta inviata alla Guardia Nazionale, dovrebbe operare per un mese, tra ottobre e novembre. Tuttavia, il FAP non ha ricevuto alcuna richiesta in tal senso, nonostante sia una delle funzioni assegnategli dalla legge.
La preoccupazione è dovuta alla tecnologia avanzata di cui questo velivolo è dotato, come radar, apparecchiature elettro-ottiche, sensori, comunicazioni satellitari, con riferimenti geografici che gli permettono di mappare l’intera costa e l’area marittima delle Azzorre. Inoltre, è in grado di raccogliere una grande quantità di dati «per supportare una varietà di attività» secondo le specifiche del velivolo.
Allo stesso modo, altri comandanti del FAP hanno dichiarato al «Diario de Noticias» che Frontex fornisce servizi a quegli Stati che non hanno i mezzi per svolgere compiti di protezione e sorveglianza delle frontiere, cosa che, sostengono, non è il caso del Portogallo.
In particolare, i funzionari consultati hanno espresso la loro preoccupazione per il fatto che nessun funzionario portoghese faccia parte della squadra di sorveglianza e possa controllare ciò che viene fatto con questi dati, poiché, secondo loro, quando questo controllo viene effettuato a livello nazionale, non c’è il rischio che altri organismi militari stranieri entrino in possesso di questi dati, come può accadere quando si opera in questo modo.






