Il governo iracheno ha condannato «con la massima fermezza» gli attacchi di artiglieria e di droni condotti dall’Iran lunedì contro le postazioni dei gruppi curdi nella regione semi-autonoma del Kurdistan iracheno (nord), che hanno causato almeno un morto.
Il ministero degli Esteri iracheno ha dichiarato in una dichiarazione sul suo sito web che «questa posizione unilaterale e ostile non sarà un fattore per raggiungere soluzioni che portino alla stabilità», tra le critiche di Teheran a Baghdad per le operazioni di questi gruppi.
«La nostra posizione precedente indica il pericolo di questo palese arroccamento contro la sovranità dell’Iraq e la sicurezza dei suoi cittadini, che rappresenta una minaccia continua e causerà confusione e acuirà le tensioni nella regione», ha avvertito.
Ha assicurato che «intraprenderà un’azione diplomatica di alto livello» e ha detto che «non esiterà a preservare e salvaguardare la sovranità dell’Iraq in un modo che rafforzi la sicurezza del suo popolo».
Il vice primo ministro e ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein ha anche avuto una conversazione telefonica con il suo omologo iraniano, Hosein Amirabdolahian, in cui ha trasmesso le lamentele di Baghdad per la «flagrante violazione della sua sovranità».
Hosein ha inoltre sottolineato «l’importanza del dialogo in modo da porre fine a questa escalation ingiustificata e ostile», definendo «pericolosa» la prosecuzione di queste «azioni unilaterali» da parte delle autorità iraniane.
La Guardia Rivoluzionaria iraniana ha confermato lunedì nuovi attacchi con missili e droni contro le posizioni dei gruppi curdi nel Kurdistan iracheno, dopo aver sospeso queste operazioni il 10 ottobre dopo aver «distrutto obiettivi predeterminati». «La continuazione degli attacchi dipenderà dal futuro comportamento delle autorità nella regione settentrionale dell’Iraq», ha dichiarato la Guardia Rivoluzionaria.
Le autorità iraniane hanno accusato i gruppi di opposizione curdi di aver fomentato le recenti proteste nel Paese per la morte di Mahsa Amini, una donna di 22 anni appartenente alla minoranza curda, deceduta in carcere dopo essere stata detenuta a Teheran perché avrebbe indossato un velo sbagliato. L’Iran ha circa sette milioni di curdi, che rappresentano circa il dieci per cento della sua popolazione. La maggior parte vive nella regione del Kurdistan, situata nel nord-ovest del Paese lungo il confine con l’Iraq.