
Il leader dell’opposizione Anwar Ibrahim e l’ex primo ministro Muhyidin Yasin sono fiduciosi di avere già il sostegno sufficiente per candidarsi lunedì prossimo alla carica di capo del governo del Paese, attualmente in una situazione di stallo politico a causa della mancanza di maggioranze nelle elezioni legislative di sabato.
«Sono molto felice perché abbiamo quasi finito», ha detto Anwar a una televisione locale nei commenti riportati da Bloomberg. «Con questo livello di sostegno, sono fiducioso che mi verrà data l’opportunità di governare il Paese», ha aggiunto.
Anwar non ha rivelato quanti partiti lo abbiano già appoggiato.
Re Abdullah di Pahang ha dato ai leader politici della Malesia tempo fino alle 14.00 (ora locale) di lunedì per decidere il nuovo primo ministro del Paese dopo lo stallo delle elezioni parlamentari di sabato, in cui nessuna delle tre principali coalizioni in lizza ha ottenuto la maggioranza.
La dichiarazione della Casa Reale, riportata da Bloomberg, non usa mezzi termini: una volta deciso il candidato a primo ministro, la decisione del re «sarà definitiva al riguardo».
L’alleanza che ha ottenuto più voti è stata l’Alleanza della Speranza (Pakatan Harapan), guidata dal leader dell’opposizione Anwar Ibrahim, con 82 seggi su 220, seguita dall’Alleanza Nazionale (Perikatan Nasional) dell’ex primo ministro Muhyidin Yasin, con 73 seggi. Al terzo posto l’Alleanza Nazionale (Barisan Nasional), guidata dall’attuale primo ministro Ismail Sabri Yaqub, con 30 seggi.
Il problema è che anche l’ex Primo Ministro Muhyidin si ritiene in grado di chiedere a Re Abdullah di dargli il potere di formare un governo con l’appoggio dei due principali partiti, la Sarawak Alliance of Parties e la Sabah Peoples Alliance.
«Inoltre, diversi parlamentari hanno preso lo stesso impegno», ha dichiarato Muhyidin in una dichiarazione riportata dall’agenzia di stampa ufficiale malese Bernama.
Tutte le principali alleanze non hanno raggiunto i 111 seggi necessari per la maggioranza in un’elezione che ha confermato il cambiamento demografico in un Paese in cui sei milioni di giovani in più hanno potuto esprimere il loro voto in seguito alla modifica della legge elettorale e, stufi del caos politico che ha dominato la Malesia negli ultimi quattro anni e della crisi economica, hanno diviso la loro fedeltà tra le tre principali alleanze.