
Centinaia di attivisti transgender hanno manifestato domenica nella città pakistana di Karachi per denunciare la crescente ondata di violenza e attacchi contro la comunità transgender.
La Marcia del Sindh Moorat, la prima del suo genere nella storia della società conservatrice pakistana, ha riunito un gran numero di attivisti per i diritti dei transgender.
L’iniziativa coincide con i tentativi di clericali e politici conservatori di rovesciare una legge sui diritti dei trans che considerano non islamica.
La legge è stata approvata nel 2018 tra gli elogi di altri Paesi, in quanto riconosce agli individui il diritto di scegliere la propria identità di genere. Gli oppositori sostengono che apre la porta al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
«Il governo deve criminalizzare i discorsi di odio transfobico e salvaguardare il diritto all’identità di genere auto-percepita», ha dichiarato una delle attiviste coinvolte, Shahzadi Rai. La Rai ha anche chiesto di criminalizzare l’abbandono dei bambini transgender.
«Centinaia di persone transgender vengono uccise e violentate ogni anno, ma lo Stato non sembra accorgersene», lamenta un’altra attivista, Nayab Ali.
Secondo i dati della polizia pakistana, dal 2016 più di 1.500 persone transgender sono state vittime di stupri, aggressioni o intimidazioni.