
Lunedì un tribunale sudafricano ha ordinato all’ex presidente Jacob Zuma di tornare in carcere dopo aver stabilito che il congedo per cure mediche concessogli a settembre era illegale, sottolineando che l’ex presidente «non ha completato la sua pena».
«Zuma, secondo la legge, non ha completato la sua pena», ha dichiarato la Corte Suprema d’Appello in una sentenza unanime che stabilisce che l’ex presidente debba essere riportato in carcere a Estcourt, nello Stato di KwaZulu-Natal.
Secondo il quotidiano sudafricano The Times, il periodo di detenzione rimanente dovrebbe essere determinato dal Commissario per i servizi correzionali, tenendo conto anche del periodo trascorso in congedo per motivi medici.
Zuma è stato condannato a 15 mesi di carcere per oltraggio alla corte dopo essersi rifiutato di testimoniare in un caso di corruzione, una sentenza che ha scatenato le proteste più violente della storia recente del Paese, che hanno causato quasi 50 morti.
All’inizio di settembre, il Dipartimento dei servizi correzionali ha dichiarato che l’ex presidente era in «libertà vigilata» e ha aggiunto che «completerà il resto della sua pena nel sistema di correzione della comunità, dove sarà soggetto a condizioni specifiche e a supervisione fino a quando la sua pena non sarà soddisfatta».
A seguito di ciò, il 7 ottobre la Fondazione Zuma – fondata dall’ex presidente – ha indicato che egli è libero di scontare i 15 mesi dalla sentenza, anche se la sentenza della Corte Suprema d’Appello lascia questo aspetto in sospeso, data la possibilità che egli debba scontare in carcere il periodo di libertà vigilata.
Zuma è il primo presidente democraticamente eletto in Sudafrica a essere condannato al carcere da quando l’African National Congress (ANC) – il partito che ha guidato tra il 2007 e il 2017, quando è stato messo da parte in un consiglio interno dal suo vicepresidente e attuale leader, Cyril Ramaphosa – ha preso il potere nel 1994.






