Un gruppo di relatori delle Nazioni Unite ha denunciato gli abusi commessi dai Talebani contro le donne e le ragazze in Afghanistan come potenziali crimini contro l’umanità e ha invitato la comunità internazionale a continuare a premere per il rispetto delle libertà e dei diritti.
Gli esperti hanno avvertito che le violazioni dei diritti umani «sono aumentate drammaticamente» in un Paese che già registrava alcuni degli abusi «più gravi e inaccettabili» al mondo.
In questo senso, hanno condannato il veto delle donne all’istruzione secondaria o ai parchi e alle palestre e, in generale, il fatto che il tempo libero sia ridotto al minimo. «Confinare le donne nelle loro case equivale a imprigionarle e probabilmente porterà a livelli più alti di violenza domestica e problemi di salute mentale», hanno dichiarato in un comunicato.
I Talebani estendono i loro sforzi di controllo anche agli uomini ritenuti «responsabili» delle donne che infrangono le rigide dottrine del regime, il che, secondo gli esperti, significa incoraggiare i cittadini maschi a «controllare» anche il comportamento degli altri, per evitare di essere puniti a loro volta.
I relatori hanno esortato i Talebani a rispettare il diritto internazionale e a rilasciare tutte le persone detenute arbitrariamente per la loro persecuzione delle donne. Vogliono anche che le donne possano svolgere il loro lavoro di attiviste «libere da intimidazioni e attacchi».
Al resto del mondo hanno chiesto di rendere il rispetto dei diritti delle donne «centrale» in qualsiasi discussione con il regime afghano, auspicando che gli altri Paesi possano indagare e persino perseguire coloro che attuano la «persecuzione di genere» in Afghanistan.