Isabel Dos Santos, figlia in esilio dell’ex presidente dell’Angola José Eduardo dos Santos, recentemente scomparso, ha annunciato di non escludere la possibilità di candidarsi alla presidenza del Paese.
In un’intervista rilasciata all’emittente tedesca Deutsche Welle, Dos Santos ha sottolineato di voler «servire» il suo Paese e che se avesse «la possibilità» di mettere l’Angola «in un posto migliore» e darle «l’attenzione di cui ha bisogno», sarebbe disposta a fare quel passo.
«Se un giorno avrò la possibilità di tornare nel mio Paese, un Paese migliore, e aiutare il mio Paese ad avere la visione di cui ha bisogno, a costruire, sì, farò quel passo e credo che molte persone saranno con me perché siamo un’altra Angola, abbiamo altre ambizioni e abbiamo bisogno di un altro futuro politico», ha detto Dos Santos.
Dos Santos è diventato uno dei principali bersagli delle autorità giudiziarie del Paese che un tempo suo padre presiedeva. Tuttavia, ritiene che non sia altro che una «commissione» dello Stato per «motivi politici».
«Non sono l’obiettivo di diversi processi giudiziari in diversi Paesi, come si dice. Questa affermazione non è corretta», ha dichiarato Dos Santos, che ha accusato il governo di Joao Lourenco di «manipolare» e «mettere nelle mani» della stampa «informazioni non vere».
Dos Santos ha definito l’indagine nota come «Luanda Leaks» come una «grossolana manipolazione» da parte dello Stato nei suoi confronti. Secondo queste informazioni, la figlia dell’ex presidente angolano, in qualità di capo dell’azienda statale Sonagol, ha ottenuto lucrosi contratti nei settori del petrolio, dei diamanti e delle telecomunicazioni durante la presidenza del padre Dos Santos.
L’accusa accusa Dos Santos, che è diventata la donna più ricca dell’Africa secondo «Forbes», di aver causato perdite allo Stato per oltre 5 miliardi di dollari durante i 38 anni di governo del padre. A seguito di queste indagini, i suoi beni in Angola e Portogallo sono stati congelati.
Le dichiarazioni della Dos Santos arrivano pochi giorni dopo che l’Interpol avrebbe emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, secondo l’agenzia di stampa portoghese Lusa, per reati di appropriazione indebita di fondi pubblici, anche se fonti vicine all’imprenditrice hanno negato di essere a conoscenza del mandato.