La Guardia Rivoluzionaria iraniana ha schierato unità corazzate e fanteria al confine con il Kurdistan iracheno dopo aver segnalato «movimenti sospetti» da parte di gruppi di «opposizione curda», meno di 24 ore dopo che Baghdad ha annunciato i propri movimenti militari in risposta agli attacchi di Teheran e Ankara contro le posizioni dell’opposizione curda nella regione semi-autonoma.
Da settimane l’Iran ha lanciato una serie di attacchi transfrontalieri con missili e droni contro i gruppi di opposizione curdo-iraniani con sede in Iraq, incolpandoli di aver alimentato le proteste in patria per la morte in carcere della giovane curda Mahsa Amini, presumibilmente per aver indossato in modo scorretto il tradizionale velo islamico.
Il comandante delle forze di terra della Guardia Rivoluzionaria, il generale Mohamad Pakpur, ha confermato il dispiegamento per «affrontare l’insicurezza attraverso questi rinforzi nella zona di confine delle province occidentali e nord-occidentali del Paese», ha dichiarato nei commenti riportati dall’agenzia di stampa semiufficiale iraniana Tasnim.
Il Partito della Libertà del Kurdistan, uno dei gruppi interessati, ha confermato che negli ultimi giorni l’Iran ha già dispiegato carri armati, veicoli blindati, artiglieria e droni ai confini iraniani con la regione del Kurdistan e ha aumentato le sue forze nelle città curdo-iraniane di Baneh, Marivan e Piranshahr, ha dichiarato il suo portavoce, Jalil Nadiri, all’agenzia di stampa curda Rudaw.
L’Iran ha giustificato queste operazioni davanti alle Nazioni Unite sostenendo che il Paese «non ha altra scelta se non quella di usare il suo diritto naturale di difendersi nel quadro del diritto internazionale per proteggere la sua sicurezza nazionale», come ha spiegato in una lettera all’istituzione internazionale giovedì.
Al contrario, il governo iracheno ha annunciato giovedì la decisione di dislocare le truppe ai confini con l’Iran e la Turchia dopo aver denunciato i recenti bombardamenti come una minaccia alla propria sovranità.
Il Consiglio di sicurezza nazionale iracheno si è riunito mercoledì sotto la guida del primo ministro Mohamed Shia al-Sudani per affrontare «le violazioni e gli attacchi turchi e iraniani ai confini dell’Iraq», secondo quanto riferito dal portavoce dello Stato maggiore dell’esercito Yahya Rasul, con l’intenzione di «sviluppare un piano per il ridispiegamento delle forze di frontiera per mantenere la linea di confine con l’Iran e la Turchia» e «garantire tutto il supporto logistico alle forze di frontiera».