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Amnesty chiede al governo cinese di calmarsi di fronte alle proteste delle ultime ore in Cina

Roberto De Luca

2022-11-28
Archivio
Archivio – Una donna osserva un prodotto in un negozio di Urumqi, nello Xinjiang. – MA KAI / XINHUA NEWS / CONTACTOPHOTO

Domenica Amnesty International ha invitato le autorità cinesi a dar prova di moderazione di fronte alle proteste in diverse parti del Paese in seguito a un incendio nella città di Urumqi, nella regione occidentale dello Xinjiang, dove almeno 10 persone sono rimaste uccise dopo che i vigili del fuoco avrebbero tardato a intervenire a causa delle restrizioni contro il coronavirus.

Sebbene le autorità regionali abbiano parzialmente revocato le restrizioni – in un momento in cui il Paese sta registrando un numero record di casi giornalieri mai visto dallo scoppio della pandemia, 34.000 nell’ultimo giorno – le proteste contro la rigida politica di contenimento del virus sono state alimentate dalle critiche alla mancanza di trasparenza delle autorità e alla loro politica di repressione della libertà di espressione.

Nelle ultime ore, infatti, i social media si sono riempiti di video di proteste silenziose a Pechino o a Wuhan, alcuni dei quali Amnesty ha potuto verificare, oltre a confermare l’arresto di una donna a Urumqi per «diffusione di voci». Amnesty sta anche lavorando per verificare le «decine di detenuti» arrestati durante le proteste di sabato sera.

A Shanghai, centinaia di studenti universitari hanno acceso candele per piangere i morti e hanno tenuto in mano fogli di carta bianchi, un simbolo comune delle proteste contro la censura.

L’emittente statunitense CNN riferisce che si sentono gruppi di studenti scandire slogan come «Dimettiti, Xi Jinping! Dimettiti, Partito Comunista!». «Non voglio il test Covid, voglio la libertà!» e «Non voglio la dittatura, voglio la democrazia!», hanno aggiunto.

«Invece di penalizzare le persone, il governo dovrebbe ascoltare le loro richieste. Le autorità devono permettere alle persone di esprimere liberamente il proprio pensiero e di protestare pacificamente senza temere rappresaglie», ha dichiarato il vicedirettore regionale di Amnesty, Hana Young.

«Il governo deve anche indagare sull’incendio di Urumqi in modo rapido, efficace e approfondito, per evitare che si ripeta, per fornire giustizia alle vittime e alle loro famiglie e per dimostrare alla popolazione che è sensibile alle loro rimostranze», ha aggiunto.

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