Il primo ministro del Perù, Betssy Chávez, ha escluso che il governo stia pensando di presentare una seconda domanda di fiducia che, se respinta dal Congresso, porterebbe allo scioglimento del Parlamento andino.
«So che da alcuni giorni circola una voce (su una seconda domanda di fiducia) e credo che nell’unità possiamo superare questa voce e lavorare per tutti i peruviani», ha dichiarato il capo del governo, secondo quanto riportato dal quotidiano «La República».
La settimana scorsa, il governo peruviano ha presentato una domanda di fiducia che, dopo essere stata respinta, ha portato alle dimissioni dell’allora primo ministro Aníbal Torres. Il presidente del Paese, Pedro Castillo, ha quindi nominato Chávez capo del governo.
La Costituzione peruviana stabilisce che se il Congresso della Repubblica respinge una questione di fiducia, può essere nominato un nuovo primo ministro. Se un secondo voto di fiducia non dovesse ricevere il «via libera», il Parlamento potrebbe essere sciolto.
L’opposizione ha sollevato dubbi sul fatto che Castillo possa cercare di utilizzare questo meccanismo per sciogliere la Camera della Repubblica e indire nuove elezioni legislative per cercare di ottenere una maggioranza più ampia in un parlamento che, da quando è entrato in carica, ha visto l’uscita di decine di ministri.
In effetti, il livello di instabilità politica in Perù è tale che dal luglio 2021, quando Castillo ha giurato come presidente, la nazione andina ha già avuto fino a cinque primi ministri, alcuni dei quali, come Héctor Valer, non hanno nemmeno superato la prima settimana di mandato.
L’ormai dimissionario Torres è stato proprio il primo ministro più longevo di Castillo, con poco più di nove mesi alla guida del governo peruviano.