Il presidente colombiano Gustavo Petro si è scusato mercoledì a nome dello Stato colombiano per i massacri commessi a La Granja e El Aro negli anni Novanta.
«In nome dello Stato colombiano, ho chiesto scusa alle vittime dei massacri nei villaggi di La Granja e El Aro nel 1997», ha annunciato il presidente sul suo account Twitter, dopo aver partecipato a un evento presso il Museo Casa de la Memoria, dove sono stati compiuti atti simbolici per commemorare i massacri nella provincia di Ituango.
«Lo Stato colombiano riconosce che i morti non erano nemici di nessuno, erano persone umili e laboriose che sono state uccise solo perché (…) lo Stato era presente nella loro morte a La Granja e El Aro, era complice dell’omicidio», ha detto il leader colombiano alle famiglie delle persone uccise, in dichiarazioni riportate da ‘El Tiempo’.
Ha inoltre sostenuto che lo Stato ha coperto gli eventi e ha criticato lo «stato di impunità» che ha prevalso dopo i fatti.
In questo senso, il presidente ha sottolineato che questi crimini sono crimini contro l’umanità, che potrebbero essere chiamati «genocidio». «In Colombia c’è stato un recente genocidio», ha aggiunto.
«Il pericolo che corriamo ora è che si ripeta e come una sorta di condanna perpetua della società colombiana dovremo portare con noi e con le generazioni future la circostanza che forse la Colombia, come singola società dell’esistenza umana, deciderà di autodistruggersi in modo permanente», ha lamentato, in un atto che fa parte del progetto di pace totale del suo governo.
Con questa dichiarazione, Petro – accompagnata da fotografie delle vittime e da candele bianche – ha rispettato una sentenza emessa 16 anni fa, nel 2006, quando la Corte interamericana dei diritti umani gli aveva intimato di chiedere scusa per i massacri, in quanto dimostrava la collusione tra agenti statali e paramilitari, riporta «El Colombiano».
Il tribunale ha anche chiesto giustizia, assistenza sanitaria gratuita e il ritorno delle famiglie sfollate alle loro case.