Il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha difeso che l’Unione europea «non può essere la vittima collaterale dell’impulso tra Stati Uniti e Cina», come ha reso noto in un’intervista a «La Vanguardia», ripresa questo sabato da Europa Press, quando gli è stato chiesto se ritiene che l’UE possa allinearsi agli Stati Uniti sulla Cina.
Per quanto riguarda gli effetti sull’industria europea della legge sulla riduzione dell’inflazione approvata dagli Stati Uniti, Michel ha sostenuto che «l’Europa sta pagando un conto estremamente salato per la crisi energetica» e ritiene che, allo stesso tempo, i Paesi esportatori di energia come gli Stati Uniti e la Norvegia stiano ottenendo maggiori entrate.
Ha affermato che la credibilità delle istituzioni europee di fronte alla crisi energetica dipenderà dalla loro «capacità di dimostrare che sono in grado di proteggere i cittadini e le imprese di fronte alle difficoltà economiche».
Alla domanda se ci sia rivalità tra lui e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha risposto che hanno un rapporto professionale che «funziona molto bene quando ognuno di loro si occupa dei rispettivi ruoli».
«Non è un problema di personalità o di istituzioni, ma è vero che sulla questione dell’energia ritengo sia necessario agire più rapidamente», ha aggiunto Michel.