Le autorità peruviane hanno confermato domenica il primo morto durante le proteste contro il nuovo governo all’aeroporto di Andahuaylas, nella regione peruviana di Apurímac, le cui organizzazioni sociali hanno dichiarato, da lunedì, lo stato di insurrezione popolare per chiedere la chiusura del Congresso del Paese e la liberazione dell’ex presidente Pedro Castillo.
«Ci rammarichiamo per la morte di una persona e inviamo le nostre condoglianze alle persone colpite», ha dichiarato la polizia nazionale peruviana in un comunicato riportato da «La República».
«L’istituzione di polizia invita i cittadini a mantenere l’ordine e la calma, aspetti che portano allo sviluppo del Paese e invita la popolazione a presentare le proprie rivendicazioni in modo pacifico», aggiunge il comunicato.
Secondo fonti dell’ospedale di Andahuaylas, gli scontri hanno già provocato una dozzina di feriti, riferisce Radio Programas del Perú (RPP).
Il governatore regionale di Apurímac, Baltazar Lantarón Núñez, ha chiesto pubblicamente al presidente Boluarte di anticipare le elezioni generali, chiudere il Congresso e provvedere alla stesura di una nuova Costituzione, a meno di 24 ore dall’inizio dello sciopero popolare a tempo indeterminato.
Secondo Andina, anche i contadini del dipartimento peruviano di Ucayali, nel centro-est del Paese, hanno annunciato che lunedì terranno delle proteste a favore dell’ex presidente.
Ad Arequipa, gruppi di minatori hanno bloccato le strade di accesso alla provincia di Caravelí e la Federazione nazionale dei lavoratori dell’istruzione peruviani (Fenate), fondata cinque anni fa da Castillo, ha annunciato uno sciopero nazionale per il 15 dicembre per chiedere nuove elezioni generali.