L’ex segretaria dei campi di concentramento nazisti Irmgard F. ha presentato giovedì ricorso contro la sentenza emessa una settimana fa dalla magistratura tedesca, che l’ha giudicata colpevole di complicità nell’omicidio di oltre 10.000 persone.
Spetterà ora alla Corte federale di giustizia, il più alto organo giudiziario tedesco, esaminare se vi sia stato effettivamente un errore nel procedimento contro l’imputato, per il quale la condanna a due anni di carcere è stata comunque sospesa.
«Il verdetto non è giuridicamente definitivo», hanno dichiarato mercoledì fonti del tribunale di primo grado della città di Itzehoe, nel nord della Germania, che ha emesso la sentenza il 20 dicembre.
Irmgard F. – identificata solo con il nome e l’iniziale del cognome in base alle leggi tedesche sulla privacy – ha lavorato come ufficiale presso il comandante del campo di Stutthof, vicino alla città polacca di Danzica, dal giugno 1943 all’aprile 1945. All’epoca aveva tra i 18 e i 19 anni.
Il processo è iniziato nel settembre 2021 e diversi sopravvissuti del campo hanno raccontato gli abusi commessi al suo interno. Sono intervenuti anche esperti, tra cui uno storico che ha parlato per 14 sessioni.
L’imputata ha cercato di sottrarsi all’accusa fuggendo una mattina presto dalla sua casa di cura in una città alle porte di Amburgo, nel nord del Paese. La polizia l’ha arrestata nel giro di poche ore e il tribunale le ha imposto cinque giorni di detenzione.
Irmgard F. è stata giudicata colpevole di aver assistito i responsabili del campo di concentramento nell’omicidio sistematico dei detenuti. Poiché all’epoca aveva solo 18 anni, il processo si tenne davanti al tribunale dei minori di Itzehoe.
Il Centro Wiesenthal, noto per la ricerca di criminali nazisti latitanti, ha criticato l’appello di Irmgard F., definendolo un «insulto alla memoria di coloro che sono morti a Stutthof».
L’appello è «totalmente ingiustificato e ingiusto», ha dichiarato Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal in Israele, secondo il quale l’assoluzione equivarrebbe a «cancellare la memoria dei crimini che ha contribuito a commettere e la memoria di coloro che sono morti».
Fonte: (EUROPA PRESS)