A tre giorni dal suo insediamento, il presidente eletto del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha annunciato gli ultimi nomi che faranno parte del suo nuovo gabinetto per i prossimi quattro anni, in cui spicca la presenza di fino a nove forze politiche diverse, sebbene il suo Partito dei Lavoratori (PT) si sia riservato i principali spazi di potere nel Planalto.
Giovedì Lula ha confermato alcuni dei nomi circolati nelle ultime settimane, come quelli del senatore Simone Tebet per la Pianificazione, della deputata Marina Silva, che torna a guidare il portafoglio dell’Ambiente dopo quattordici anni, e di Sonia Guajajara come ministro per i Popoli indigeni.
«Dopo un intenso lavoro, dopo molti aggiustamenti, abbiamo terminato l’ultimo passo del governo», ha detto Lula dal Centro culturale del Banco do Brasil, dove si sono svolti i lavori di transizione, che hanno richiesto più tempo del previsto a causa delle difficoltà incontrate nell’accontentare sia gli alleati politici tradizionali che quelli improvvisati.
Tra questi ultimi ci sono il Movimento Democratico Brasiliano (MDB) di Tebet, il Partito Socialdemocratico (PSD) e Union Brasil, formazioni che ideologicamente oscillano tra posizioni centriste e più conservatrici. In totale, queste tre forze, che in teoria non hanno sostenuto Lula, avranno otto ministeri.
Rispetto ai primi due governi di Lula, questa volta il PT avrà meno ministeri, dieci, anche se manterrà i portafogli chiave, come quello delle Finanze, dell’Educazione, dello Sviluppo sociale, e quelli che occupano la sede del Planalto, come la Casa Civile, la Segreteria Generale e la Comunicazione sociale.
Con queste ultime nomine, la composizione del nuovo governo di Lula è la più frammentata delle tre, con fino a nove partiti rappresentati e undici indipendenti, che insieme rappresentano il 51% della Camera dei Deputati e il 55% del Senato, anche se non tutti daranno il loro sostegno.
Questa è la differenza più marcata rispetto ai precedenti gabinetti, in cui i partiti di sinistra erano quasi esclusivamente presenti. L’attuale tendenza verso il centro sembra essere in linea non solo con le promesse di Lula in campagna elettorale, ma anche con i vari patti stretti con gli ex partiti nemici per raccogliere il sostegno necessario a sconfiggere Bolsonaro.
Il nuovo governo di Lula è anche il più equilibrato rispetto ai due precedenti, con un massimo di undici donne rispetto alle cinque e alle quattro dei mandati precedenti. Tuttavia, la cifra è meno della metà di quella degli uomini, 26.
Una di queste donne è Simone Tebet, la cui posizione in questo governo è stata una costante fonte di voci e speculazioni. Alla fine assume la direzione della Pianificazione, dopo aver visto frustrate le sue aspirazioni per l’Ambiente e, soprattutto, per lo Sviluppo sociale. Il suo partito, l’MDB, manterrà Città e Trasporti.
Agricoltura, Miniere ed Energia e Pesca sono i ministeri che saranno guidati dal PSD, mentre l’altra forza conservatrice del nuovo gabinetto, l’Unione Brasileiro, assume i portafogli dell’Integrazione nazionale, del Turismo e delle Comunicazioni.
D’altra parte, in vista dell’inaugurazione che si terrà domenica prossima in Brasile, Lula da Silva ha invitato «tutti» a partecipare, garantendo che non ci saranno «disordini», in un contesto di riconosciuta preoccupazione tra i suoi collaboratori per la sicurezza dell’evento, viste le recenti forti e violente proteste.
«Non preoccupatevi, non ci saranno rivolte. Chi ha perso le elezioni deve stare tranquillo, e chi ha vinto ha il diritto di avere una grande festa popolare qui a Brasilia», ha detto Lula durante la presentazione dei suoi ultimi ministri nella sede del Centro Culturale del Banco do Brasil.
Fonte: (EUROPA PRESS)