
L’ex presidente sudcoreano Lee Myung Bak si è scusato con la popolazione del Paese prima di rientrare in patria dopo essere stato rilasciato dal carcere, dove era detenuto dal 2020 per accuse di corruzione, in virtù di un’amnistia presidenziale per motivi di salute.
«Sono profondamente dispiaciuto per le preoccupazioni che ho causato al popolo», ha dichiarato l’ex leader 81enne, che soffre di diabete e altre malattie croniche, prima di entrare nella sua casa di Seul e concludere un processo iniziato con la sua detenzione iniziale nel 2018.
Nel marzo dello stesso anno, Lee è stato posto in custodia cautelare con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita, prima che la Corte Suprema confermasse la condanna a 17 anni di carcere nel 2020, sebbene l’ex presidente fosse ricoverato in ospedale da giugno.
L’amnistia non solo lo esenta dai restanti 15 anni di carcere, ma anche dal pagamento di multe per circa sei milioni di euro.
«Voglio ringraziare le molte persone, soprattutto i giovani, che mi hanno sostenuto e hanno pregato per me negli ultimi cinque anni», ha aggiunto nelle dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa ufficiale sudcoreana Yonhap.
Lee è stato capo dell’esecutivo coreano dal 2008 al 2013, quando la sua amministrazione è stata segnata dalle tensioni con la Corea del Nord. Secondo le informazioni raccolte da Bloomberg, le accuse di corruzione contro il leader derivano da un’indagine sulla società automobilistica del fratello, attraverso la quale il presidente ha potuto trarre profitto durante il suo mandato.
Fonte: (EUROPA PRESS)






